«Vogliono creare Ogm umani, mettendo a rischio tutta la specie. E non esagero». Angelo Vescovi, ricercatore e professore di biologia all’università Bicocca, si scaglia «da agnostico» contro le tecniche di modifica del Dna degli embrioni umani pubblicizzate nelle ultime settimane. Sull’autorevole rivista Nature è appena stato pubblicato un appello contro questo tipo di sperimentazione, ideato in teoria per curare malattie, ma che per Vescovi «mette in pericolo il futuro dell’umanità».
L’appello è stato lanciato dal presidente dell’Alleanza per la Medicina rigenerativa e da altri quattro ricercatori, tra cui Fyodor Urnov, uno dei pionieri in questo campo. Come mai?
Le tecniche di correzione del patrimonio genetico sono già utilizzate per editare il genoma di una cellula. Questo processo va giudicato come si fa con la fissione atomica, che si può usare per scopi buoni o cattivi: è estremamente utile se usato sulla linea somatica del corpo, per provare a correggere problematiche che non influenzano tutto l’organismo ma solo certi tipi di cellule. Il problema, da cui nasce l’appello, si presenta invece quando si vuole correggere la cosiddetta linea germinale e quindi quelle strutture che, direttamente o indirettamente, portano modifiche a tutta la progenie.
Che problemi ci sono se si modifica il Dna per debellare una malattia?
Dal punto di vista del principio strettamente analizzato, sembrerebbe ancora un tentativo di cura. Ma in realtà non è così. Perché quello che si fa in questa sperimentazione è creare un individuo malato, da curare poi modificandogli il Dna. È come dire: «Guarda, non preoccuparti, ti faccio nascere malato ma poi provo a curarti», con conseguenze imprevedibili. Ci rendiamo conto?
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