Il 31 maggio Papa Francesco ha concluso il mese mariano partecipando alla recita del Rosario in Piazza San Pietro e proponendo una meditazione sulla festa della Visitazione. Come fa spesso, il Papa ha diviso la sua meditazione in tre parti, riflettendo su tre parole che descrivono l’esperienza terrena della Vergine Maria: ascolto, decisone, azione. Queste parole sono anche un modello di vita spirituale e apostolica per noi, e ricordano e aggiornano vecchi motti – come «vedere, giudicare, agire» – che si situano all’origine della storia moderna dell’apostolato dei laici.
Anzitutto, dunque, ascolto. «Da dove nasce – si è chiesto il Pontefice – il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta?». Nasce dall’ascolto, dal corretto rapporto con la parola di Dio che le arriva attraverso l’angelo: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). «Maria sa ascoltare Dio», e la nozione di «ascolto» merita di essere approfondita.
«Attenzione – ci dice il Papa -: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio». Spesso il nostro «udire» non è un vero ascolto. Quello di Maria, invece, «non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio».
Dio parla in diversi modi, anche attraverso gli eventi. Maria «ascolta anche i fatti, legge cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel profondo, per coglierne il significato». Così, legge correttamente l’annuncio della gravidanza di Elisabetta come un miracolo.
Maria così ci indica la strada: «ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita».
Seconda parola: decisione. Maria «meditava tutte queste cose nel suo cuore» (cfr Lc 2,19.51): non prendeva decisioni affrettate. Tuttavia «non si ferma neppure al momento della riflessione; fa un passo avanti: decide. Non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria non si lascia trascinare dagli eventi», ma «non evita la fatica della decisione».
Alle nozze di Cana la vediamo decidere rapidamente e salvare la festa degli sposi. «Nella vita – spiega Papa Francesco – è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente».
Maria c’insegna qualcosa che è molto rilevante oggi: per «affidarsi totalmente a Dio» occorre essere capaci di resistere alle pressioni e alle mode e andare «controcorrente».
Terza parola: azione. Luca ci dice che Maria si mise in viaggio e «andò in fretta…» (cfr Lc 1,39). Già domenica scorsa il Papa aveva fatto notare questo muoversi «in fretta» di Maria: «nonostante le difficoltà, le critiche che avrà ricevuto per la sua decisione di partire, non si ferma davanti a niente.
E qui parte “in fretta”». La fretta non riguarda il secondo momento, la decisione, ma il terzo, l’azione. «Nella preghiera, davanti a Dio che parla, nel riflettere e meditare sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, non si lascia prendere dal momento, non si lascia trascinare dagli eventi. Ma quando ha chiaro che cosa Dio le chiede, ciò che deve fare, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”».
Il Pontefice cita sant’Ambrogio (340?-397), il quale commenta: «la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze». Tutti e tre i passaggi sono necessari. Noi qualche volta «ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione».
Questo avviene perché «non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire». Ascolto, decisone, azione: una sequenza non facile da vivere oggi, ma che possiamo tutti cercare di seguire affidandoci all’aiuto della Madonna.
articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana