Briefing in gran parte tecnico oggi nella Sala Stampa della Santa Sede per la vicenda della diffusione di documenti riservati vaticani. Insieme al direttore, padre Federico Lombardi, a spiegare alcune questioni di carattere giuridico ai giornalisti c’era il prof. Paolo Papanti-Pelletier, giudice del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.
Il servizio di Sergio Centofanti.
Oggi è iniziato l’interrogatorio dell’istruttoria formale a carico di Paolo Gabriele, l’aiutante di Camera del Papa imputato di furto aggravato, un reato che – ha detto il prof. Papanti-Pelletier – prevede una reclusione da 1 a 6 anni con una circostanza aggravante e da 2 a 8 anni, con 2 o più circostanze aggravanti. Attualmente si sta indagando anche sul fatto se i documenti pubblicati siano autentici o falsi e se siano stati diffusi da una o più persone. Padre Lombardi ha ribadito che per il momento non sono partite dal Vaticano rogatorie. Paolo Gabriele si trova in una delle quattro camere di sicurezza esistenti nel territorio vaticano in condizione di custodia cautelare; una situazione che può durare 50 giorni, prorogabili di altri 50. Domenica si è potuto recare a Messa in una chiesa del Vaticano. La fase istruttoria, a differenza di quella dibattimentale – ha detto il prof. Papanti-Pelletier – non è pubblica, come accade, o dovrebbe accadere, in Italia, a garanzia dell’imputato.
Il direttore della Sala Stampa ha poi smentito seccamente due notizie: quella secondo la quale Paolo Gabriele avrebbe iniziato la sua collaborazione con la giustizia vaticana prima dell’arresto, trasformandosi così in una sorta di “agente doppio”, ipotesi definita “assolutamente infondata e non plausibile”, ovvero una sciocchezza. La seconda notizia smentita riguarda il tentativo, definito “infondato e indegno”, di coinvolgere il cardinale Law nel caso di Emanuela Orlandi.
Fonte: Radio Vaticana del 5 giugno 2012