Ieri alla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo all’Eur padre Francesco Bartolucci ha celebrato i funerali di Riccardo Schicchi, il “re del porno” italiano, il talent scout delle pornodive Ilona Staller “Cicciolina”, Moana Pozzi, Eva Henger (con quest’ultima Schicchi era stato sposato e ha avuto dei figli: lei, nonostante le separazione, gli è stata vicina e lo ha assistito nella fase finale della malattia).
Com’era comprensibile, alle esequie hanno partecipato molte pornostar, alcune ancora in attività, che si sono messe ordinatamente in fila per ricevere la comunione. Alla fine della cerimonia Ilona Staller è salita sul pulpito e parlando di lei e di Schicchi ha detto: «Abbiamo fatto tanta poesia, si può dire, perché anche se era erotismo e pornografia, per noi era poesia… Giocherellando, abbiamo fatto quello che, magari, tantissime persone hanno paura di fare».
Prima di lei dal pulpito aveva parlato Rocco Siffredi, star delle luci rosse made in Italy, che ha detto: «Mi dicono che ho fatto sdoganare il porno, ma io non ho fatto sdoganare proprio nulla. Riccardo ha iniziato ed è grazie a lui se sono qui e se sono quello che sono».
Ecco, mi piacerebbe rivolgere qualche domanda a padre Francesco. Bene ha fatto, credo, a celebrare le esequie chieste dalla madre di Schicchi. Non sappiamo come il re del porno italiano abbia vissuto la sua malattia, come si sia preparato alla morte che non è arrivata all’improvviso. Capisco anche che il sacerdote romano non potesse fare altro al momento della comunione, anche se provo a mettermi nei panni di quegli uomini e di quelle donne divorziate e risposate che vedono le immagini di quelle comunioni, essendo loro esclusi dal sacramento.
Chiedo: era davvero necessario che la Staller e Siffredi parlassero dal pulpito rivendicando in chiesa lo sdoganamento del porno come principale merito del defunto? Padre Bartolucci, non si poteva evitare?
Fonte: Sacri Palazzi