Un fraterno consiglio – di Antonio Socci

quattroAi tanti cattolici che – smarriti – mi hanno chiesto in questi anni come orientarsi nel buio del nostro tempo (accentuato dalle tenebre vaticane), ho sempre risposto ciò che mi è stato insegnato, ovvero che le luci ci sono: la Sacra Scrittura, il magistero di sempre della Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica, i sacramenti e la preghiera.

Ma se mi consentite oggi vorrei aggiungere a tutto questo tesoro di luce anche un amichevole e fraterno consiglio: invito sinceramente tutti coloro che leggono la mia pagina facebook o il mio blog, perché hanno a cuore le sorti della Chiesa e la nostra fede cattolica, a prendere decisamente come unici punti di riferimento pastorale quei cardinali che hanno dimostrato con i fatti di avere a cuore il bene del popolo cristiano, il bene delle anime.

Parlo in modo particolare dei “QUATTRO CARDINALI” autori dei Dubia (VEDI QUI), che hanno ricordato a tutta la Chiesa con paterna accoratezza il magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Che è il magistero di sempre della Chiesa.

Seguite loro. SEGUIAMO LORO.

Io eviterei di andar dietro a chiunque si agiti, specialmente a chi urla invettive contro papa Bergoglio (gridando più forte per mettersi in mostra e far proseliti), io eviterei di andar dietro a presunti veggenti, a siti (magari anonimi) o a “convertiti” dell’ultima ora all’anti-bergoglismo (che magari fino a ieri la pensavano diversamente e oggi assurgono a guide intellettuali).

Certamente tutti possono essere utili (limitatamente, a certe condizioni e senza protagonismi), ma non tutti sono pastori della Chiesa e non tutti hanno l’autorevolezza, la responsabilità, la sapienza dottrinale, la carità, la prudenza e la storia dei quattro cardinali.

E’ un momento in cui è necessario usare un vero discernimento. Altrimenti si rischia di alimentare la confusione e di finire fuori strada.

Ripeto: seguiamo i pastori. E nessun altro.

Tanto meno dovete seguire me, che sono solo un giornalista e non un pastore. I giornalisti hanno un altro compito e altre responsabilità.

Chi in coscienza – davanti a Dio – serve la verità con il suo lavoro di intellettuale, sa di essere solo un “servo inutile” e non cerca adepti, né cerca la propria gloria.

Si continua a fare opera di informazione e chiarificazione sulla situazione della Chiesa con dolore, per dovere di coscienza, con molta pena quotidiana, sia pure con la pace del cuore e la letizia che è propria dei figli di Dio. Ma senza velleità salvifiche.

Io personalmente guardo con fiducia ai quattro cardinali e voglio vivere una sequela filiale a questi pastori, pregando perché tutti i pastori della Chiesa dimostrino lo stesso amore a Gesù Cristo, alla Chiesa e al bene delle anime.

Quanto alla drammatica situazione che viviamo nel momento attuale, ricordiamo san Paolo:

Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.

Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire,

né potenze, né altezza né profondità,

né alcun’altra creatura

potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

(Rom. 8, 35-39)

 

Antonio Socci

 
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