A tre giorni dall’apertura dell’account di Benedetto XVI su Twitter, i followers del Papa stamattina hanno superato quota 700 mila. Tantissimi i tweet. Philippa Hitchen ne ha parlato con mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero delle Comunicazioni Sociali:
R. – Noi pensiamo che nei prossimi giorni, forse anche prima di Natale, potremo raggiungere il milione di followers. Ma io le confesso che queste cifre, questi numeri, mi indicano qualcosa, ma non mi emozionano particolarmente.
D. – Non è solo una questione di numeri…
R. – Esattamente. Il Papa nella sua missione di pastore della Chiesa universale non cerca popolarità, non è un divo della canzone o di altri settori della vita. Io guardavo in questi giorni quanti followers hanno certi personaggi del mondo dello spettacolo. Per noi non è questo. Il desiderio del Papa è fondamentalmente quello di essere presente, di essere accanto, accanto all’uomo e alla donna di oggi, che affrontano un cammino non facile. Il Papa pochi giorni fa parlava di una desertificazione del mondo spirituale. Ecco perché io vedo positivamente questa presenza del Papa nel mondo dei tweet.
D. – C‘è chi chiede, però, perché Twitter se non verrà usato nel modo interattivo per cui è stato concepito…
R. – Sì, è vero. In un certo senso siamo in contraddizione con la natura stessa dei tweet. Però, anche se solamente il 10 per cento dei 700 mila followers – un domani speriamo un milione – scrivessero al Papa, sarebbe materialmente impossibile poter rispondere. Noi vediamo, in questi giorni che abbiamo aperto questo momento interattivo, quanti tweet sono arrivati: tweet positivi, tweet negativi e tweet offensivi.
D. – Ve l’aspettavate, comunque, anche questo…
R. – Beh, quando uno entra in questo mondo deve aspettarselo. La cosa, quindi, non ci ha colto di sorpresa. Direi che ciò che ci ha sorpreso è la quantità di tweet che sono arrivati. Non ci ha stupito, però, che in certi momenti riemergano sofferenze, riemerga quella schiuma un poco nera. Lo avevamo messo in programma. Sono venute fuori, però, anche domande interessanti sulla fede. E’ vero, a volte abbiamo avuto dei tweet scherzosi, ma anche questo risponde alla cultura del momento. Io dico, un poco sorridendo, che non risolveremo con i tweet i problemi della Chiesa. Volesse il Cielo fosse così semplice!
D. – Per lei cosa è importante, allora?
R. – Ma … per me è importante che il Papa sia presente accanto agli uomini e alle donne di oggi. Come dicevo poco fa, oggi l’uomo ha una profonda nostalgia anche di Dio, e fa fatica a trovare, alle volte, il senso alla propria vita. Io ogni volta che mi avvicino a questa realtà penso a quella famosa frase di Gesù: “Voi che siete stanchi, affaticati, venite a me e troverete riposo”. L’uomo di oggi trova una profonda stanchezza nel vivere, che alle volte cerca di evitare, ricorrendo a vari sistemi e alle volte anche negando se stesso. Ma ciò che noi vorremmo essere – e credo che il Papa senta profondamente questo bisogno – è di essere accanto.
Ecco perché durante la conferenza stampa di presentazione io parlavo di pillole di saggezza o di scintille di verità. Se lei mi permette, proprio riferendomi a questo esempio del deserto, dove gli uomini di oggi molte volte si trovano a camminare, io un tweet lo definirei proprio come una goccia d’acqua che allevia le difficoltà del cammino. Io direi allora “benvenuta” a questa presenza di Papa Benedetto nel mondo dei tweet. Penso e spero che poi saranno gli amici – la parola followers mi entusiasma meno e preferirei proprio chiamarli amici – a ritwittare questi messaggi del Santo Padre e a far sì che pervengano là dove è possibile. Che il cuore di molti uomini e donne di oggi possa ritrovare una goccia d’acqua fresca nel cammino della vita!
Fonte: Radio Vaticana