Ai democratici cristiani il Papa richiama il fondamento etico della politica e dell’economia e chiede rispetto per la vita dal concepimento fino al suo esito naturale. Se manca l’impegno nella ricerca di un solido fondamento etico nell’agire sociale e una decisa protezione in ambito internazionale della famiglia, sarà difficile uscire dall’attuale crisi globale. Richiamando il Vangelo, il Vaticano II, il Catechismo della Chiesa, la Centesimus annus, gli insegnamenti del suo magistero lo ha ribadito Benedetto XVI in occasione gli dell’udienza ai membri dell’Internazionale democratico-cristiana ricevuti sabato mattina, 22 settembre, nella sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo.
Il Pontefice ha sottolineato la responsabilità di politici affinchè continuino «ad assumere come centrale e imprescindibile» il bene comune e «la tutela inalienabile della dignità della persona» anzichè limitarsi «a rispondere alle urgenza di una logica di mercato». Un comportamento quest’ultimo che ha fatto sì che siano state date sino ad ora «purtroppo molte e rumorose» offerte di «risposte sbrigative, superficiali e di breve respiro ai bisogni più fondamentali e profondi della persona».
Evocando la lettera a Timoteo Benedetto XVI mette in guardia dal fatto che potrebbe venire il giorno in cui «non si sopporterà più la sana dottrina, mma, pur di udire qualcosa, gli uomini, si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro le favole». Dunque il richiamo a prestare maggiore attenzione nel momento in cui si è chiamati a a fare «scelte fondamentali inerenti il senso della vita e la ricerca della felicità». In primo luogo ha chiesto dunque un rinnovato impegno per il rispetto della vita «in tutte le sue fasi, dal concepimento al suo esito naturale»; un impegno questo che si «intreccia con quello del rispetto del matrimonio conme unione indissolubile tra un uomo e una donna e come fondamento a sua volta della comunità familiare».
Proprio verso la famiglia ha bisogno di una maggiore tutela perchè essa è alla base «della convivenza sociale». Un autentico progresso della società umana «non potrà prescindere — ha concluso il Papa — da politiche di tutela e promozione del matrimonio e della comunità che ne deriva». Politiche, ha precisato che «spetterà non solo agli Stati ma alla stessa comunità internazionale adottare, al fine di invertire la tendenza di un crescente isolamento dell’individuo, fonte di sofferenza e di inaridimento sia per il singolo, sia per la stessa comunità». È ciò di cui si devono occupare quanti hanno responsabilità sociali.
Fonte: L’Osservatore Romano