Dopo otto anni di feroce anticlericalismo, di scomparsa della fede dall’agone pubblico, di silenzio sui cosiddetti “principi non negoziabili”, ci si era quasi rassegnati e sembrava impossibile l’opposto. Invece, nel giro di una settimana, dopo la firma del decreto presidenziale per togliere i fondi internazionali alle Ong che promuovono l’aborto (che per la prima volta include anche i fondi delle agenzie Onu e tutti i programmi di salute), alla Camera è stata approvata persino una legge che rende permanente il divieto di finanziamenti per il “controllo delle nascite” anche all’interno del paese (239 voti contro 183).
Nello stesso tempo il team di Trump ha rilasciato interviste sulla difesa della vita e sulla centralità della fede nell’agone pubblico e il presidente stesso ha dato un forte appoggio alla Marcia per la vita che si terrà oggi a Washington. Il tutto all’uscita di un’inchiesta che dà l’ennesimo colpo al colosso delle cliniche abortive americane Planned Parenthood.
Quello passato alla Camera questa settimana è un provvedimento, il No Taxpayer Funding of Abortion Act, che rende permanente il Hyde Amendment.
Anche in questo caso si tratta di una svolta dato che quest’ultimo, oggetto di scontro costante fra repubblicani e democratici, doveva essere ratificato ogni anno affinché l’aborto non fosse finanziato con i soldi dei contribuenti nei programmi sanitari pubblici.
Al contrario il neoeletto presidente, rispettando la promessa fatta in campagna elettorale, ha confermato che se la legge passerà anche al Senato il divieto sarà permanente e non più passibile di discussioni.
Così facendo Trump non solo ha dato voce al sentire di oltre il 60% degli americani, contrari, secondo l’ultimo sondaggio di Maristal Pool di questo mese, al finanziamento dei business abortisti con le loro tasse, ma lo ha fatto mentre l’inchiesta su Planned Parenthood smentiva le menzogne sostenute in campagna elettorale: la lobby degli aborti aveva cercato di dipingere il presidente come un misogino che non vuole contribuire ai servizi per l’aiuto alle donne, ma martedì scorso Live Action ha appunto dato prova del fatto che ai dipendenti dei centri abortivi della donna non interessa proprio nulla.
L’unico pallino è il bambino in grembo, da eliminare con conseguenti ricavi pecuniari.
Il gruppo pro life lo ha dimostrato visitando circa 97 cliniche Planned Parenthood di tutti gli States. Alle attrici, che rappresentavano madri incinte e bisognose di supporto per la gravidanza, le dipendenti dell’industria della morte (già travolta dalla precedente inchiesta che ha mostrato il commercio illegale di organi di bambini abortiti) rispondevano che il termine “Planned Parenthood” (“pianificazione delle nascite”) è “ingannevole” perché lì si praticano solo aborti.
Lila Rose, leader di Live Action, ha sottolineato che “Planned Prenthood dice di essere un campione nel campo della salute delle donne, eppure la cura prenatale, un servizio essenziale per le madri in attesa, è praticamente inesistente”.
Insomma o una donna vuole abortire o è invitata ad andarsene. Non ci sono altri “servizi” o consulenze al di fuori di quelle che portano all’omicidio del bambino.
Tutto questo accadeva appunto mentre da ogni parte degli Stati Uniti migliaia di persone si preparavano a partire per l’annuale Marcia per la vita di Washignton con una speranza nuova e diversa da quella degli ultimi anni.
La manifestazione che si terrà oggi (27 gennaio) è stata infatti salutata così dal capo ufficio stampa della Casa Bianca Sean Spicer: “Penso che non sia un segreto che il presidente ha fatto campagna da presidente pro life. Questa è una questione molto importante per lui, come evidenzia la reintegrazione della Mexico City Policy”. Perciò alla marcia, “ovviamente, ci sarà una presenza massiccia di questa amministrazione”.
Parlando con i giornalisti Spicer ha infine ribadito che Trump “farà tutto quello che può per combattere a favore della vita” e che se non sarà presente alla marcia manderà certamente un messaggio. Intervistato mercoledì dalla Abc sulla marcia delle femministe in protesta contro di lui, Trump ha poi fatto notare che esiste un’altra marcia in suo favore, anche se i media la ignorano completamente.
Identificandosi in questo modo con il popolo della Marcia per la vita ha risposto così al giornalista che gli domandava se aveva ascoltato o meno le proteste: “Le ho sentite ma c’è un altra marcia (…). Ci saranno molte persone che verranno venerdì, e le dico, non lo sapevo, ma mi è stato detto che sarà una folla molto grande. Non so, se così (come quella delle donne, ndr) grande o di più – alcuni dicono più grande. La gente pro life. E dicono che la stampa li ignora”.
Non solo perché dopo il giuramento alla Casa Bianca del vice presidente Mike Pence (che parlerà alla Marcia per la vita), Spicer, ha dichiarato che Dio sarà rimesso al centro dell’attività del presidente: “Quando sono entrato nel mio ufficio questa mattina c’era un verso sulla mia scrivania di Isaia 40,31 “ma coloro che sperano nel Signore acquistano nuove forze, s’alzano in volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano”.
Mentre intervistato all’inizio del mese dalla Ewtn ha specificato: “Penso che il presidente abbia capito che per dieci anni la gente di fede si è sentita messa ai margini (…) hai menzionato Kellyanne (militante pro life nominata consigliera della Casa Bianca, ndr), ma ci sono molti altri con diverse appartenenze religiose (…) c’è Reince Priebus (capo di gabinetto) un greco cristiano ortodosso, Steve Bannon (consigliere presidenziale critico del secolarismo, ndr) un cattolico e altre persone messe ai vertici dell’amministrazione, che sono molto orgogliosi della loro fede e religione e questo ci aiuterà a fare le scelte giuste per questo paese”.
Sempre all’inizio della settimana è stata confermata la nomina a capo della Cia di Mike Pompeo, cristiano evangelico, figura di rispetto della sicurezza nazionale e avvocato pro life, che nel 2015 aveva dichiarato che i fondamentalisti islamici mirano “a far scomparire i cristiani dalla faccia della terra”.
E che dunque occorre “pregare, alzarsi in piedi, combattere e assicurarsi che sia chiaro che Gesù Cristo è il nostro salvatore e che è l’unica vera soluzione per il nostro mondo”.
Fonte: La NBQ