Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill inizia domani in Polonia una storica visita. Venerdì 17 agosto, insieme al presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Jozef Michalik, firmerà a Varsavia un messaggio comune delle due Chiese ai rispettivi popoli russo e polacco. Il messaggio conterrà una riflessione riguardante la storia dei due popoli attraverso i secoli, l’appello al reciproco perdono e alla riconciliazione ma anche un richiamo a continuare il dialogo per una testimonianza comune di fronte alle sfide dell’odierna Europa.
Su questo evento ascoltiamo mons. Wojciech Polak, segretario generale della Conferenza episcopale polacca, al microfono di Rafal Łaczny:
R. – Penso che questo sia un evento veramente importante, sia per la Polonia sia per la Russia e non soltanto per la Chiesa ma anche per tutti i polacchi e i russi. Ovviamente, il nucleo dell’evento riguarda la vita spirituale, cioè la Chiesa e nello specifico sia la Chiesa cattolica in Polonia, che è la Chiesa maggioritaria, sia la Chiesa in Russia – la Chiesa ortodossa, che è quella maggioritaria nel Paese. Penso che i frutti che possono nascere dal messaggio lanciato da questo evento possano essere soprattutto frutti spirituali: infatti, il messaggio è rivolto ai fedeli delle due Chiese ed è fondato sul Vangelo, sull’invito alla riconciliazione formulato proprio da Cristo. Lui stesso ci ha riconciliati, ci ha lasciato il suo messaggio di riconciliazione. Per questo, vogliamo seguirlo come cristiani, sia i cattolici sia gli ortodossi, in questo sforzo di riconciliazione. E’ un processo che richiederà tempo per entrare nelle coscienze e nella vita dei popoli …
D. – Il processo del perdono e della riconciliazione non è mai facile; Polonia e Russia sono divise da eventi storici molto difficili. Il documento, che sarà firmato a Varsavia, farà superare queste difficoltà oppure sarà soltanto l’inizio della strada verso la riconciliazione?
R. – Bisogna dire con sincerità che il documento non potrà risolvere i dubbi storici esistenti e che dovranno essere risolti con il tempo ma anche con la sincerità, con la verità e con una profonda conversione del cuore che verrà – penso – con il tempo. Il nostro documento in realtà vuole rappresentare l’inizio di questo processo di possibile riconciliazione, basandosi sulla verità in generale ma anche sulla verità storica. Per questo invita noi, ma soprattutto gli storici a proseguire nel loro sforzo di ricerca e di chiarimento delle difficoltà del passato. E per superare il passato con le sue ferite, si può dire che questo è un inizio, un buon segno di speranza che potrà portare frutti ma dopo un lavoro che penso durerà anni, un lavoro basato sulla sincerità e sulla verità che dovrà essere non soltanto scoperta di nuovo ma anche ben elaborata da una parte e dall’altra.
D. – Quanto questo comune messaggio alle Nazioni della Polonia e della Russia – anche se prima di tutto è un documento di carattere religioso – può avere influenza sulle relazioni politiche tra i due Paesi?
R. – Io lo vedo proprio come l’inizio di un cammino, che magari potrebbe anche in futuro – e lo speriamo bene! – cambiare i cuori anche dal punto di vista delle relazioni politiche.
Fonte: Radio Vaticana