Dopo la proclamazione del Vangelo nella grande festa dell’Epifania, è solennemente annunciato il giorno della Pasqua del Nostro Signore Gesù Cristo. Celebrando la manifestazione del Mistero dell’Incarnazione a tutte le nazioni, rappresentate dai Tre santi Re d’Oriente, la Chiesa riconosce la finalità totalmente salvifica dell’Incarnazione del Dio Figlio.
Osservando i grandi momenti della Nascita del Signore, dell’Adorazione dei Tre Re, del Suo Battesimo nel Giordano da parte di san Giovanni Battista, e del Suo primo miracolo alle Nozze di Cana, il nostro sguardo è subito indirizzato alla consumazione dell’Incarnazione nella Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione del Signore.
I grandi Misteri dell’Incarnazione e della Redenzione sono inseparabilmente legati. Il Bambino Gesù è il Salvatore del mondo. Per questo motivo, la stella natalizia ha condotto i Tre Re ad una mangiatoia a Betlemme, nella quale Maria ha deposto il suo neonato Divino Bambino ed accanto alla quale veglia san Giuseppe, Suo padre putativo, a protezione di Gesù e della Madre di Dio, sua vera sposa. Poco dopo i Tre Re avevano consultato il re Erode circa il luogo della Nascita del Messia. Narra, infatti, il Vangelo:
Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i lori scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (1)
L’adorazione del Bambino Gesù da parte dei Tre Re e i doni che loro Gli offrono attestano la Sua vera identità, la persona del Dio Figlio nella quale sono unite la natura divina e la natura umana per la salvezza del mondo.
L’adorazione del Divino Bambino è infatti l’adorazione del Re del Cielo e della Terra, del Messia che solo salva il mondo dalla tirannia del peccato e della morte. I Tre Re e noi stessi siamo testimoni della vittoria della Luce divina sulle tenebre del mondo che avrebbe la pretesa di essere divino, ribellandosi contro Dio ed il Suo piano per la salvezza. Noi vediamo, come i Tre Re hanno visto, il compimento della Parola di Dio trasmessaci dal Profeta Isaia:
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli: ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. (2)
Nonostante le più violente manifestazioni dello spirito del mondo, lo spirito immondo che, per la sua natura ci inganna e ci mente conducendoci sulla via delle tenebre e della morte, Cristo, nato a Betlemme e adorato dai Tre Re, ha portato al mondo la luce. È la luce che risplende dal Suo Cuore glorioso nei nostri cuori, scacciando le tenebre che portano alla morte e illuminando la via che conduce alla vita eterna, alla dimora celeste, che è il nostro vero destino. Cristo vivo nella Chiesa, ininterrottamente trasmessoci dagli Apostoli e dai loro successori, che è la sorgente e la sostanza della nostra Fede cattolica, scaccia le tenebre che vorrebbero avvolgerci e distruggerci.
Quanto risulta essere attuale la Festa della Epifania, della luce di Cristo che brilla nei cuori Cristiani per la salvezza del mondo. Oggi, nella Chiesa stessa sono entrate quelle tenebre che potrebbero ingannarci e condurci lontano dalla Luce che è Cristo.
La risposta di molti pastori alla crisi in merito al Wuhan virus ha dimostrato poca fede in Cristo e nella salvezza che Egli ci offre nella Chiesa, specialmente tramite i Sacramenti.
I fedeli, guardando ai pastori per la direzione in una situazione di tanta disinformazione e confusione, frequentemente hanno ricevuto il consiglio di seguire quello che lo Stato, con i suoi presunti esperti, afferma. Certamente la Chiesa rispetta sempre lo Stato e la verità dimostrata dalle scienze.
Allo stesso tempo, ha il dovere di rispondere allo Stato con la coscienza che i suoi membri sono non soltanto cittadini della terra ma primariamente cittadini del Cielo. Allo stesso modo, la Chiesa risponde alla verità dimostrata con la carità di Cristo.
Vediamo l’esempio di una tale risposta alla verità di una gravissima malattia, la peste nera, in San Carlo Borromeo e molti altri santi in tempi di piaghe. Non è lo Stato che ci insegna come rispondere, ma noi, seguendo la sana dottrina della Chiesa, siamo chiamati ad essere un esempio per lo Stato.
Nella Chiesa odierna si sente molto parlare del cosmos, del nostro posto e perfino del posto di Cristo nel cosmos, come fosse il cosmos la realtà divina che illumina e governa tutto. Si sente parlare di una conversione ecologica, invece della conversione a Cristo, di un patto globale mondano per salvarci e per salvare il nostro mondo, invece del piano eterno di Dio. Nel momento attuale, sembra che la vaccinazione di tutta la popolazione contro il Wuhan virus sia l’unico modo di salvarci dalla piaga.
È stato perfino detto da alcuni nella Chiesa che la vaccinazione ci è imposta dalla carità stessa di Cristo, anche se la ragione, per non parlare della fede, ci suscita dei dubbi.
Mentre lo Stato minaccia di imporre in modo assoluto la vaccinazione, che, per la sua natura, deve essere una scelta personale, il cristiano è tenuto a seguire la sua ben informata coscienza. Sembra, infatti, che la vaccinazione universale sia un primo passo significativo a realizzare un unico governo mondiale.
In molti di questi discorsi non si trova neanche la menzione di Cristo e del Mistero dell’Incarnazione Redentiva, o si presenta addirittura falsamente il mistero di Cristo nella Chiesa quale subordinato ad un culto idolatra della creazione stessa, invece del culto «in spirito e verità» (3) del Creatore. Il Figlio Divino di Maria, il Cristo, in modo blasfemo, è presentato come un’elemento nel cosmos che è invece ritenuto la vera pienezza della rivelazione di Dio a noi.
Noi, con i santi Tre Re, adoriamo Cristo, l’unico Salvatore del Mondo. Cristo Salvatore non cessa mai di compiere la Sua opera salvifica nella Chiesa. Egli conta su ciascuno di noi, secondo la nostra vocazione e le nostre particolari doti, per dare testimonianza, in tutti i modi possibili, della realtà che celebreremo solennemente il giorno della Epifania, ovvero che Egli solo è la pienezza della rivelazione di Dio, che Egli solo ci salva dal peccato e dalla morte, che Egli solo riempie i nostri cuori con la grazia divina, che Egli solo ci porta sulla via della Croce che conduce al nostro vero destino, la vita eterna per la quale Dio Padre Lo ha mandato nel mondo, Lo ha mandato nella nostra natura umana.
La luce di Cristo che ogni giorno illumina i nostri cuori ci conduce, giorno dopo giorno, sulla via giusta, al culto di Dio «in spirito e verità», al servizio di Dio secondo la giustizia, che anticipa l’inaugurazione di «nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia» (4) perfettamente e per sempre.
Per questo non dobbiamo cedere allo scoraggiamento o alla disperazione di fronte alle menzogne, alla confusione ed alla divisione che opprimono la società e perfino la santa Madre Chiesa, ma, con gioia, dobbiamo prendere sulle nostre spalle, insieme con Cristo, la sofferenza che è necessaria al fine di rimanere degli araldi fedeli e dei servi disinteressati del grande Mistero dell’Incarnazione Redentiva.
Dom Prosper Guéranger, commentando il Vangelo della Festa della Epifania, ci incoraggia a vivere secondo la verità dell’Epifania:
“I Magi, primizie della Gentilità, sono stati introdotti presso il gran Re che cercavano, e noi tutti li abbiamo seguiti. Il Bambino ha sorriso a noi come a loro. Tutte le fatiche di quel lungo viaggio che porta a Dio sono dimenticate; l’Emmanuele rimane con noi, e noi con lui. Betlemme, che ci ha ricevuti, ci custodisce per sempre, perché a Betlemme possediamo il Bambino, e Maria Madre sua. In quale posto del mondo troveremmo tesori così preziosi? Supplichiamo questa Madre incomparabile di presentarci essa stessa il Figlio che è la nostra luce, il nostro amore, il nostro Pane di vita nel momento in cui ci avvicineremo all’altare verso il quale ci conduce la Stella della fede. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il Neonato. Egli gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del divino Re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova, rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò che vi è di ombra e di tempo”. (5)
Nel Mistero dell’Epifania, nel Mistero dell’Incarnazione Redentiva, troviamo la fonte e la forza per la conversione della nostra vita a Cristo, per la trasformazione del mondo secondo il piano salvifico di Dio Padre, realizzato dal Dio Figlio Incarnato, per il quale lo Spirito Santo inabita la Chiesa, inabita i nostri cuori.
Condotti all’altare del Sacrificio Eucaristico dalla stella, che è la nostra fede Cattolica, offriamo i nostri cuori, insieme con la Vergine Madre di Cristo, san Giuseppe, Padre Putativo di Gesù, e i santi Tre Re, al glorioso Cuore trapassato del Signore. I nostri cuori, restando fermamente nel Suo Sacratissimo Cuore, diventeranno luce in Lui e saranno luce nella nostra casa, luce nei nostri posti di lavoro e di studio, luce per tutti quelli che incontreremo, e scacceranno le tenebre della confusione, dell’errore, del peccato e della morte.
* Cardinale
(1) Cf. Mt 2, 9-11.
(2) Is 60, 1-3.
(3) Gv 4, 24.
(4) 2 Pt 3, 13.
(5) “Le Mages, prémices de la Gentilité, ont été introduits auprès du grand Roi qu’ils cherchaient, et nous les avons suivis. L’Enfant nous a souri comme à eux. Toutes les fatigues, de ce long voyage qui mène à Dieu sont oubliées ; l’Emmanuel reste avec nous, et nous avec lui. Bethléhem, qui nous a reçus, nous garde à jamais ; car à Bethléhem nous possédons l’Enfant et Marie sa Mère. En quel lieu du monde trouverions-nous des biens aussi précieux ? Supplions cette Mère incomparable de nous présenter elle-même ce Fils qui est notre lumière, notre amour, notre Pain de vie, au moment où nous allons approcher de l’autel vers lequel nous conduit l’Étoile de la foi. Dès ce moment ouvrons nos trésors ; tenons à la main notre or, notre encens et notre myrrhe, pour le nouveau-né. Il agréera ces dons avec bonté ; il ne demeurera point en retard avec nous. Quand nous nous retirerons comme les Mages, comme eux aussi nous laisserons nos cœurs sous le domaine du divin Roi ; et ce sera aussi par un autre chemin, par une voie toute nouvelle, qui nous rentrerons dans cette patrie mortelle qui doit nous retenir encore, jusqu’au jour où la vie et la lumière éternelle viendront absorber en nous tout ce qui est de l’ombre et du temps”. Prosper Guéranger, L’Année liturgique, Le Temps de Noël, Tome II, 20ème éd. (Tours: Maison Alfred Mame et Fils, 1923), pp. 106-107. Versione italiana: Prosper Guéranger, L’Anno liturgico, Vol. I – Avvento e Natale, tr. P. Graziani (Alba: Edizioni Paoline, 1956), p. 244-245.