“Fare chiarezza”. Questo hanno chiesto a papa Francesco quattro cardinali, con una lettera e cinque domande che – rese da loro pubbliche ieri – sono diventate la notizia bomba di questa vigilia di concistoro. I quattro cardinali – i tedeschi Walter Brandmüller e Joachim Meisner, l’italiano Carlo Caffarra, lo statunitense Raymond L. Burke – hanno aspettato invano per quasi due mesi che il papa rispondesse all’appello. E c’è chi prevede che nemmeno da qui in avanti Francesco romperà il suo silenzio.
Però almeno, sugli stessi “dubbi” sollevati dai quattro cardinali, tutti concernenti le ambiguità di “Amoris laetitia”, cercherà di portare un po’ di “chiarezza” il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, con un “Vademecum per una nuova pastorale familiare” che sarà in libreria, edito da Cantagalli, nel gennaio del 2017, ma che già tra pochi giorni comincerà a circolare tra i vescovi, a cura dei suoi autori José Granados, Stephan Kampowski e Juan-José Pérez-Soba, tutti e tre professori di spicco dell’istituto.
Fondato da Giovanni Paolo II nel 1981 e con primo suo preside l’allora semplice teologo Carlo Caffarra, cioè proprio uno dei quattro cardinali autori dell’attuale appello, l’istituto è cresciuto rigoglioso in tutto il mondo, con una dozzina di sedi nei cinque continenti, in perfetta fedeltà alla dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia.
Ma con Francesco l’intesa si è rotta, e non per colpa dell’istituto. Incredibilmente, nessuno dei suoi docenti è stato invitato alla prima sessione del sinodo sulla famiglia e solo a uno, al vicepreside José Granados, è stato dato un posticino marginale nella seconda sessione. Evidentemente perché la linea dell’istituto era ed è ritenuta incompatibile con la direzione di marcia del papa, infine espressa nell’esortazione apostolica postsinodale “Amoris laetitia”.
A conferma di ciò, a metà agosto di quest’anno Francesco ha sostituito in blocco la dirigenza dell’istituto. Ha nominato come nuovo gran cancelliere monsignor Vincenzo Paglia – lo stesso che messo alla testa della Pontificia accademia per la vita ha già iniziato il repulisti dei membri sgraditi – e come nuovo preside PierAngelo Sequeri, teologo ferratissimo in molti campi tranne però che nel matrimonio e nella famiglia.
Quanto al preside uscente Livio Melina, studioso universalmente apprezzato, è stato congedato in malo modo. Neanche un grazie gli ha detto il papa, nel discorso con cui il 27 ottobre ha inaugurato di persona il nuovo anno accademico dell’istituto.
Melina continuerà comunque a insegnare. E così gli altri docenti dell’istituto, alcuni dei quali di riconosciuta fama, come l’antropologo polacco Stanislaw Grygiel e la moglie Monika, il filosofo del diritto Francesco D’Agostino, il sociologo Sergio Belardinelli, il teologo e vescovo Jean Laffitte, segretario uscente del disciolto pontificio consiglio per la famiglia, per non dire dei tre autori del “Vademecum” sopra citato.
Tutti quanti però temono che prima o poi scatterà l’epurazione. Sequeri è persona beneducata, intimamente aliena da atti del genere. Ma Paglia no. E già una minacciosa avvisaglia anonima è arrivata via e-mail all’uno e all’altro dei docenti sotto tiro.
La minaccia ha tutti i caratteri dello spionaggio e della delazione.
Ecco riprodotta testualmente, qui di seguito, la missiva pervenuta il 10 novembre a ciascun docente dell’istituto.
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Oggetto: Monitoraggio studi e insegnamento Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia
Gentile Professore/ssa
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia
Pontificia Università Lateranense
Città del Vaticano
Come già avvenuto e in corso per altre istituzioni pastorali, accademiche e culturali cattoliche, il nostro Osservatorio per l’Attuazione della Riforma della Chiesa di Papa Francesco (OARCPF) – libera iniziativa di un gruppo di laici cattolici a sostegno del pontificato di papa Francesco – ha iniziato dal corrente anno accademico il monitoraggio del contenuto delle pubblicazioni dei docenti e degli insegnamenti impartiti dal Pontificio Instituto Giovanni Paolo per Studi su Matrimonio e Famiglia per evidenziare adeguamenti o eventuali dissonanze rispetto al discorso tenuto da papa Francesco in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico del vostro Istituto (Sala Clementina, 28 ottobre 2016), nel quale siete stati chiamati “a sostenere la necessaria apertura dell’intelligenza della fede al servizio della sollecitudine pastorale del Successore di Pietro”.
In particolare, verranno presi in considerazione i contenuti dei lavori pubblicati e delle lezioni impartite in riferimento a quanto disposto dalla Esortazione apostolica “Amoris laetitia”, secondo l’immagine “della Chiesa che c’è, non di una Chiesa pensata a propria immagine e somiglianza”, orientando la ricerca e l’insegnamento non più verso un “un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono” (Papa Francesco, discorso citato, 28 ottobre 2016).
A tal fine ci avvarremo della lettura analitica e critica degli studi pubblicati dai docenti, delle tesi di licenza e di dottorato approvate dall’Istituto, dei programmi di insegnamento e della loro bibliografia, e di interviste agli studenti effettuate all’uscita dalle lezioni, nel piazzale antistante l’Università Lateranense.
Certi di svolgere un compito utile a migliorare il servizio che Lei presta con dedizione alla Chiesa e al Santo Padre, provvederemo ad aggiornarLa sui risultati del nostro studio osservazionale.
Osservatorio per l’Attuazione della Riforma della Chiesa di Papa Francesco (OARCPF) – Sezione di Roma
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L’anonimato dietro cui si celano i membri di questo sedicente “Osservatorio” è totale. Nemmeno una ricerca su Google dà qualche lume.
Ma c’è un precedente di un secolo fa al quale la memoria corre.
Si chiamava “Sodalitium Pianum”. E si costituì e operò durante il pontificato di Pio X per spiare e denunciare i “modernisti” dell’epoca, veri o presunti. Agiva nel massimo segreto e si deve al grande studioso francese Émile Poulat il suo svelamento, nel volume “Intégrisme et catholicisme intégral”, pubblicato nel 1969. A tirare le fila di quella cellula fanatica era un monsignore che lavorava in Vaticano e godeva della fiducia del papa, Umberto Benigni.
E se sul modello di quel “Sodalitium Pianum” fosse sorto oggi un “Sodalitium Franciscanum”?
Contro i modernisti dell’epoca il primo, contro gli antimodernisti di oggi il secondo.
Bersagli diametralmente opposti, secondo l’aria che tira al vertice della Chiesa. Stesso metodo delatorio.
Fonte: Settimo Cielo