Questa edizione del Festival di Sanremo passerà probabilmente alla storia per la crociata a favore del matrimonio gay. Iniziata già nella prima serata con l’ormai nota esibizione sul palco di due uomini in procinto di sposarsi a New York, perché l’Italia non glielo permette, ha avuto un seguito anche ieri sera con il monologo sull’amore recitato da Luciana Littizzetto in cui, tra l’altro, ha esaltato l’amore fra persone dello stesso sesso.
Ormai è una vera ossessione, ma è un fatto che pare non aver trovato alcuna opposizione da parte dei vertici Rai, tanto che segue di pochi giorni un’altra pesante promozione del matrimonio gay avvenuta all’interno di Domenica In, nello spazio condotto da Lorella Cuccarini.
Sarà forse una coincidenza, ma fatto sta che questa offensiva culturale ha luogo su Rai Uno (che non per niente abbiamo ribattezzato Gay Uno), la rete ammiraglia della Rai, tradizionalmente dedicata alla famiglia. Sarà forse una coincidenza, ma sembra proprio un attacco deliberato e gravissimo alla cultura della famiglia, il tentativo di cambiare lentamente la mentalità degli italiani imponendo, in programmi di intrattenimento dedicati alla famiglia, una visione diversa del rapporto matrimoniale.
A suscitare domande inquietanti è poi il silenzio assoluto dei principali media cattolici, come denuncia il senatore Giovanardi nell’intervista che pubblichiamo oggi, ma anche dei “cattolici” presenti ai piani alti della Rai. Come non notare infatti che il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, tanto per fare un esempio, non solo è cattolica, ma viene anche considerata molto vicina al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone?
E come mai nessuno ha nulla da ridire, ma proprio nulla, su questa propaganda contraria alla verità sull’uomo e sulla Creazione, come Benedetto XVI ha più volte l’ha definita?
Addirittura la scorsa settimana, pochi giorni dopo il fatto accaduto a Domenica In, la copertina del magazine di “A Sua Immagine”, il programma religioso della domenica mattina su Rai Uno all’interno del quale viene trasmesso l’Angelus in diretta, aveva come foto di copertina proprio Lorella Cuccarini, che racconta la sua esperienza di fede.
Ora, noi non vogliamo minimamente discutere la fede della Cuccarini, non spetta a noi, ci mancherebbe. Peraltro non è lei che scrive i testi dei programmi. Ed è anche possibile che si sia trattato di una sfortunata coincidenza. Ma una copertina di quel genere da parte di un magazine che vorrebbe diffondere la Parola di Dio, a pochi giorni da quanto accaduto nella trasmissione della Cuccarini, senza neanche una spiegazione, è decisamente inopportuna, perché manda un messaggio chiaro: certi modi di vivere sono ormai accettati e non sono in contraddizione con la fede della Chiesa.
Peccato che siano però in evidente contrasto con il catechismo della Chiesa stessa, anche se i pastori italiani omettono di dirlo.
E’ abbastanza inutile proclamare nei grandi discorsi l’unicità e la centralità della famiglia naturale fondata sul matrimonio, quando poi si fa finta di nulla davanti a situazioni che esigono un giudizio chiaro che declini quei princìpi.
C’è il rischio decisamente elevato che si stia favorendo l’avanzata della cultura omosessualista pur continuando a fare titoloni in favore della famiglia. E non è una bella sensazione.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana