Dall’intervista dello psichiatra Paolo Crepet a Lucia Bigozzi per IntelligoNews : «L’utero in affitto è eugenetica, nel senso che stabiliamo noi qual è la natura di un bambino. È un pensiero nazista». È netta l’analisi di Paolo Crepet, psichiatra, sul passaggio controverso della legge Cirinnà. Lo ha detto chiaro anche a Luxuria nel corso di un movimentato faccia a faccia su La7, molto cliccato e discusso sulla Rete. Nella conversazione con Intelligonews, si spinge oltre e avanza una serie di sospetti.
Uno tra tutti: «Come mai il mondo gay ormai a un passo dal portare a casa una quantità enorme di diritti, si impunta su una cosa non solo sbagliata ma che riguarda pochissime persone di ceto medio-alto e non potrà mai permettersi l’operaio gay?». O ancora: «Cosa diciamo a un ragazzino che farà la fatidica domanda di chi sono figlio? Gli diciamo che è figlio di un utero in affitto pagato 2mila dollari?».
Perché da tecnico dice no alle adozioni gay?
«Molto semplice: se un signore o una signora nella sua vita eterosessuale ha un figlio e poi cambia opinione e diventa omosessuale e quindi si accoppia con un pari sesso, non ci trovo nessun problema [noi sì, ndr]. C’è un principio dietro a tutto che considero fondamentale: cosa si risponde a un bambino o a una bambina quando, prima o poi, farà la fatidica domanda: di chi sono figlio io?
Per essere chiari: sono d’accordo quando si può rispondere tua mamma piuttosto che tuo papà è in Ucraina perché ti ho adottato, o a via Roma perché la tua mamma è lì e tuo papà è omosessuale; quindi risposte ci sono.
Ma il problema è quando uno comincia a non sapere cosa rispondere: il problema è lì ed è lì il mio no. Se due gay che stanno insieme e decidono di andare in Usa o in Canada, ovvero dove si può andare, e si affitta un utero – perché è di questo che si tratta – e si torna in Italia dopo nove mesi con un bambino, io lo trovo nazista. E alla signora Luxuria ho detto chiaro che questo è un pensiero nazista».
Per quale motivo?
«Perché, di fatto, è eugenetica nel senso che noi decidiamo qual è la natura di quel bambino. Ma la cosa più grave, è che non ce ne frega niente di capire che quando un bambino arriva ai 14 anni, cioè a oltre l’età della ragione, non gli puoi dire: tua mamma è un utero in affitto che ho pagato duemila dollari. Questa è una cosa che uno Stato civile secondo me non può permettere; secondo la signora Luxuria sì e non so cosa altro aggiungere. […]
Fonte: Il Timone
il passaggio della puntata di Tagadà, su La7, che ha fatto il giro del web:
https://www.youtube.com/watch?v=xS7z9s1pnag