Se il governo scozzese dovesse decidere di legalizzare i matrimoni omosessuali “temiamo restrizioni alla libertà di esprimere la nostra opinione in pubblico. Non sappiamo se potremo affermare liberamente che il matrimonio è soltanto l’unione tra un uomo e una donna, senza venire accusati di un reato”. Mons. Philip Tartaglia, nuovo arcivescovo di Glasgow, esprime così all’agenzia Sir Europa la sua preoccupazione in merito all’intenzione del Governo scozzese di legalizzare i matrimoni gay.
Per il presule a rischio è la libertà religiosa. A sostegno della sua tesi porta l’opinione di un avvocato esperto di diritti umani, Aiden O’Neill, per il quale “c’è una buona probabilità che sacerdoti e insegnanti vengano incriminati in base alla legge sui diritti umani se si esprimono contro i matrimoni gay. Potremmo venire multati o perseguiti in altro modo”.
Per questi motivi oggi “i rapporti con il governo sono tesi. Abbiamo posto alcune domande ma non abbiamo ricevuto risposte adeguate. Sulla stampa ci sono state solo rabbia e accuse. Il livello emotivo sale quando facciamo queste domande e la Chiesa viene condannata perché dicono che è poco caritatevole, omofobica. Non c’è un dibattito ma uno scontro”. Purtroppo, conclude, “il governo dice che è una questione di parità, e parla della Scozia come di un Paese progressista, ma è sotto la pressione di alcune lobby”. (R.P.)
Fonte: Radio Vaticana
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