ROMA, 26 Gennaio 2015 (Zenit.org) – In via di Santa Chiara a Roma, alle spalle del Pantheon è situato il Pontificio Seminario Francese. Con più di 160 anni di storia trascorsi nel cuore della Capitale, questo seminario vanta un grande passato a cui ora si aggiunge un altro prezioso tassello. Recentemente è stato scoperto che nonostante le minacce ed i rischi di una Roma occupata dai nazisti, nel seminario francese sono stati nascosti profughi e perseguitati, tra cui 50 persone di religione ebraica.
Nell’archivio del Seminario è conservata la lista degli ebrei che furono salvati dal clero cattolico, proprio nel momento in cui i nazisti stavano dando loro la caccia per portarli nei campi di sterminio. Nella lista si ritrovano nomi di famiglie come: Antonini, Berger, Montbillard, Ortolani, Properti, Rosenzweig, Sacerdoti, Schimel, Toscano, Schwarz e altri.
Guardando bene l’elenco si scopre che furono salvate intere famiglie con i loro figli.
Tra queste c’era anche la famiglia di Gilda Sabatello, la quale, in una lettera del 2007, esprimeva la gratitudine per la gentilezza e l’ospitalità data al marito e al cugino, nascosti nel Seminario durante il periodo dell’Olocausto.
Il Seminario francese è solo l’ultimo tra le chiese, le parrocchie, le scuole, i collegi, gli istituti religiosi che la Chiesa utilizzò per nascondere e salvare gli ebrei. Nella sola città di Roma, la comunità ebraica ha attestato che la Chiesa cattolica ha salvato 4.447 ebrei dalla persecuzione nazista.
Una lista dettagliata di dove e quanti ebrei furono nascosti in istituzioni ecclesiastiche venne compilata nel 1945 dal padre Beato Ambord, allora incaricato delle trasmissioni in lingua tedesca dalla Radio Vaticana.
La signorina Iris Rub-Rothenberger, anche lei attiva nella emittente, ha raccontato che il numero degli ebrei rifugiati nelle case religiose venne controllato attraverso una ricerca svolta convento per convento.
Secondo tale lista, circa 100 conventi di suore, 45 case di religiosi e 10 parrocchie offrirono asilo agli ebrei. Tra questi si ricordano soprattutto i francescani di San Bartolomeo all’Isola che, a due passi del Ghetto, ne nascosero 400; le case delle suore che diedero asilo a 2.775 persone; i religiosi e le parrocchie che salvarono 992 rifugiati. Anche le case dei religiosi ospitarono occasionalmente circa 680 ebrei.
Ma si presume che questa lista sia ancora più lunga, considerando che non si è tenuto conto degli ebrei salvati dal Vaticano, a Castel Gandolfo, nel Seminario del Laterano o in altre istituzioni legate alla Santa Sede.
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