Possiamo buttarla in politica e mettere in dubbio la già scarsa credibilità delle Nazioni Unite, ma il “caso Bachelet” con le accuse di razzismo all’Italia e all’Austria dovrebbero innanzitutto indurre a chiederci come li scelgano gli alti rappresentanti al Palazzo di Vetro. Se il criterio fosse davvero la militanza sinistrosa-buonista-terzomondista abbinata a malafede, pregiudizio e ignoranza allora la signora Bachelet rappresenterebbe davvero la scelta più indicata. Se invece per gli incarichi all’Onu venisse premiata competenza, buon senso e capacità di essere super partes, allora occorre che Roma mostri energicamente il suo disappunto al segretario generale Antonio Gutierrez.
Perché le affermazioni dell’ex presidente cileno, Michelle Bachelet, lasciano senza parole soprattutto tenendo conto che le ha pronunciate assumendo l’incarico di Alto rappresentante per i diritti umani.
“Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom”, ha detto a Ginevra aggiungendo che lo stesso discorso varrà anche per l’Austria.
C’è una parola nelle sue prime frasi, che da sola dimostra l’inadeguatezza del personaggio, ed è “riferito”. Prima di minacciare la sovranità di uno Stato tra i più importanti contributori dell’Onu in termini finanziari e militari (per le missioni di peacekeeping) la signora Bachelet avrebbe almeno dovuto avere la decenza di lanciare accuse motivate, provate e verificate dal suo ufficio. Non “riferite”. E riferite poi da chi? Da coloro che hanno espresso entusiasmo per le sue affermazioni anti-italiane, da Cecile Kyenge a Laura Boldrini?
“Il governo italiano ha negato l’ingresso di navi di soccorso delle Ong. Questo tipo di atteggiamento politico e di altri sviluppi recenti hanno conseguenze devastanti per molte persone già vulnerabili. Anche se il numero dei migranti che attraversano il Mediterraneo è diminuito, il tasso di mortalità per coloro che compiono la traversata è risultato nei primi sei mesi dell’anno ancora più elevato rispetto al passato”, ha precisato l’Alto commissario.
E ancora, secondo Bachelet, gli sforzi dei governi per respingere gli stranieri non risolvono la crisi migratoria e causano solo nuove ostilità. “È nell’interesse di ogni stato adottare politiche migratorie radicate nella realtà, non in preda al panico”, ha detto l’ex presidente. “Queste politiche non offrono soluzioni a lungo termine a nessuno, solo più ostilità, miseria, sofferenza e caos”, ha affermato.
Insomma la solita fuffa buonista basata non solo su falsità (i muri, come i porti chiusi fermano eccome le attività illegali). In ogni caso, perché oltre alla critica la signora alto commissario non ha offerto soluzioni? Forse che il suo Cile o qualche altro Stato membro dell’ONU è pronto a prendersi 180 mila immigrati clandestini all’anno per 4 o 5 anni consecutivi?
L’alto commissario Bachelet dovrebbe vergognarsi (e subito dopo dimettersi) per aver accusato di razzismo una Nazione che dal 2011 ha speso quasi 20 miliardi di euro per accogliere oltre 750 mila clandestini afro asiatici sbarcati dalla Libia.
Non che il suo predecessore, il principe giordano Zeid Ràad al-Hussein, fosse meno duro con l’Italia considerato che nel novembre scorso accusò Roma e la Ue di “disumanità” per l’intesa raggiunta con Tripoli sui migranti illegali raccolti dalle navi libiche e riportati indietro.
Insomma, par di capire che per tutti gli alti rappresentati dell’Onu i clandestini dovrebbero sbarcare in toto in Italia e dovremmo pure esserne tutti felici!
Le reazioni del governo italiano alle dichiarazioni della signora Bachelet (nota simpatizzante dei regimi castrista e venezuelano) non si sono fatte attendere. “L’iniziativa dell’Onu dispiace. Non si comprende come mai un’incaricata da poco tempo inizi immediatamente con una serie di forti critiche.
Amareggia una posizione come quella assunta ieri dalla commissaria Onu Bachelet, che può portare nel linguaggio politico a certe reazioni. Se dovessimo trovarci in emarginazioni infondate, sarebbe doveroso renderne conto” ha detto ieri il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi”.
L’allarme lanciato dall’Onu sul razzismo in Italia “è un richiamo totalmente infondato, un’accusa ingiusta e infondata. Sono andato a vedere i dati sui dibattimenti per reati con aggravante razzista e lo scorso anno erano 36 in tutta Italia, o forse 24, e con un trend discendente – ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Il primo a rispondere alle dichiarazioni della signora Bachelet era stato lunedì il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini.
”L’Italia negli ultimi anni ha accolto 700mila immigrati, molti dei quali clandestini, e non ha mai ricevuto collaborazione dagli altri paesi europei.
Quindi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu che si conferma prevenuta, inutilmente costosa e disinformata: le forze dell’ordine smentiscono ci sia un allarme razzismo.
Prima di fare verifiche sull’Italia, l’Onu indaghi sui propri Stati membri che ignorano diritti elementari come la libertà e la parità tra uomo e donna”.
Un chiaro riferimento ai paesi islamici che tra repressioni, regimi dittatoriali, persecuzioni religiose, privazioni dei diritti umani, infibulazioni, sharia e vendita di bambine-spose dovrebbero dare un sacco di lavoro all’Alto rappresentante per i diritti umani. E invece è vero il contrario.
Basti ricordare che l’anno scorso l’Arabia Saudita venne accusata dall’ONU di violazione dei diritti umani e crimini di guerra contro i civili nello Yemen. Riad minacciò lo stop ai versamenti dei suoi ricchi contributi al Palazzo di Vetro e “magicamente” le accuse vennero ritirate nell’imbarazzo del Segretario generale dell’epoca, Ban Ki-moon. Giusto per capire lo “stile” delle Nazioni Unite e dei suoi alti rappresentanti.
Che peraltro, in fatto di diritti umani, dovrebbero preoccuparsi di fare le grandi pulizie in casa dopo lo scandalo delle prestazioni sessuali richieste da suoi funzionari a minori nelle regioni più povere del mondo.
Meglio sarebbe quindi che Roma chiedesse scuse pubbliche e formali, accompagnate dalle dimissioni immediate, alla signora Bachelet, minacciando in caso contrario il blocco ai finanziamenti all’Onu e alle sue agenzie e il ritiro di tutti i militari italiani dalle operazioni di peacekeeping dei caschi blu.