Da un’agenzia Ansa si apprende che in serata dalla striscia di Gaza è stato lanciato su Tel Aviv un razzo del tipo in dotazione alle forze armate iraniane, di ultima generazione e modificato per lunga gittata. Pur non avendo procurato danni alle persone, in quanto è esploso fortunosamente in mare, tanto è bastato per far scattare la massima allerta e l’avvertenza alla popolazione di raggiungere i rifugi se le sirene di allerta riprendessero a suonare.
Mentre il ministro della Difesa dello Stato ebraico, Ehud Barak, ha avvertito che i militanti palestinesi la pagheranno cara, dalla parte opposta il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, ha promesso che, se non cesseranno le aggressioni di Israele, verrrano moltiplicati i lanci di razzi fino a colpire i suoi soldati, abitanti e politici.
Da fonte israeliana di apprende che nelle ultime 24 ore “il sistema Iron Dome ha intercettato 105 razzi, mentre 274 hanno colpito Israele”, precisando che sono saliti a 250 gli “obiettivi terroristici” colpiti nella Striscia di Gaza. Intanto il bilancio delle vittime ammonta a 19 persone uccise a Gaza, fra cui un bimba di dieci mesi, e tre civili in Israele.
Mentre l’esercito israeliano ha richiamato 30mila riservisti, militari della II armata dell’esercito egiziano si sono spostati dal loro quartiere generale di Ismailiya verso la frontiera con Israele.
Nel tentativo di bloccare le attuali violenze e i conseguenti danni alle popolazioni sono iniziate le consultazioni con il premier israeliano Benjamin Netanyhau da parte sia del presidente americano Barack Obama sia del presidente russo Vladimir Putin, mentre l’Egitto ha richiesto e ottenuto una convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma si ignorano i risultati dell’incontro, durato due ore, che è avvenuto a porte chiuse.
Redazione La Madre della Chiesa