E’ una chiesa o un teatro? Poco importa se la scusa è il Natale. Per il tradizionale concerto di Natale a cantare Astro del ciel e Tu scendi dalle stelle si va in chiesa, com’è tradizione. E per tutto lo stivale non c’è parrocchia che non sfugga alla tradizione che utilizza il luogo sacro per un’attività profana. Lodevole e “pastoralmente corretta”, certo, ma profana. Ma che cosa succede se l’ospite è un blasonato cantante che oltre a Notte placida ci infila anche i suoi successi? Che la chiesa diventa un palcoscenico e i fedeli dei semplici spettatori.
Così per la campagna #salviamolechiese bisogna riferire di diversi concerti con tanto di prevendita e cachet offerto dal Comune nelle cattedrali che sono diventate ormai un competitor dei teatri comunali. Troppo freddi questi, vuoi mettere l’ambientazione che regala il sacro? E vuoi mettere andare al concerto di Natale di Massimo Ranieri in un anonimo teatro di provincia? Se lo ospiti in una cattedrale il successo di pubblico è garantito.
Abbiamo così il concerto di Massimo Ranieri nella cattedrale di Avezzano che si è esibito il 15 e 16 dicembre nella cittadina abruzzese. Dice un giornale locale: «L’artista partenopeo eseguirà tutte le sue canzoni più famose, attingendo dal meglio di una carriera pluridecennale». Insomma, che cosa non si fa per rinverdire la carriera.
Dice l’organizzatore della rassegna: «E’ tra i musicisti più amati dagli italiani, principalmente a causa del suo mutare pelle a seconda dello show che decide di proporre. La sua ecletticità, infatti, gli ha consentito di avere una carriera così straordinaria e invidiabile. Per noi è un piacere accoglierlo con entusiasmo nella nostra Cattedrale, luogo di culto ma anche di aggregazione».
E ti pareva. Ovviamente è vietato chiedere che cosa ci azzecchi un cantante pop con un luogo metafisico come la chiesa, ma la risposta ad Avezzano se la sono già data: la chiesa è sì un luogo di culto, ma anche di aggregazione. Significa che ha lo stesso valore catastale di una sala polivalente, con l’aggiunta che è più chic e più bella, quindi il problema non si pone.
Così come non se lo sono posti a Foggia dove nei giorni scorsi ha fatto tappa Antonella Ruggiero. L’ex voce dei Matia Bazar è da tempo impegnata per produrre musiche sacre, ma nel concerto offerto alla cittadinanza a Foggia non ha mancato di proporre anche alcuni dei suoi celebri successi, tipo, immaginiamo, Vacanze Romane.
Bella finché volete, ma perché in chiesa? Non poteva mancare, nella confusionaria miscellanea di sacro mischiato a profano l’Adeste fideles preceduto però dall’Ave Maria di Fabrizio De Andrè.
Che testo sacro non è, però in fondo che male fa? E poi si parla di Maria e si tratta di De Andrè, dunque, tutto è permesso, guai a chi obietta.
Restiamo in Puglia per riferire di una bizzarra istallazione, diciamo così e tra virgolette, artistica. A Ruvo di Puglia “si aprono le porte della Cattedrale a Luci e Suoni d’artista e tra le antiche travi della storica chiesa appare un equilibrista”, si legge in un articolo.
Merito di Don Salvatore Summo, il parroco che – leggiamo – “incuriosito e affascinato dal lavoro che alcuni suoi parrocchiani e concittadini hanno realizzato, ha visitato i laboratori di Luci d’artista e ne è rimasto affascinato”.
Che c’azzecca una statua di un equilibrista in chiesa? Semplice: “Ho visto le figure dei funamboli e ne ho colto un messaggio cristiano, e poetico”.
Quale? Boh, ma in fondo che importa, basta dire cose a caso e politicamente corrette, tipo che “una comunità che lavora e collabora insieme sposa a pieno la filosofia cristiana.
La creazione di qualcosa da condividere con la città ha un che di divino” per essere a posto.
Che quella cristiana poi sia diventata di colpo un semplice filosofia, come una dieta macrobiotica qualunque, spiega ovviamente molte cose.
Paese che vai, narcisismo che trovi. A Fonte Avellana in provincia di Pesaro Urbino la Basilica della Santa Croce diventerà palcoscenico sabato prossimo di uno spettacolo teatrale. Si tratta di uno spettacolo tratto da Il libro della Passione di José Miguel Langlois.
A interpretarlo è l’attore siciliano Sebastiano Lo Monaco, che ha già presentato la piece in cattedrale a Siracusa. Nulla da dire sul libro da cui è tratto lo spettacolo, ma perché proprio in una chiesa? “Ho trovato teologia e preghiera in questo testo ed è quello che cercherò di trasmettere. Voce e musica si uniscono in questa preghiera di lode a Cristo e alla sua passione in croce”, dice l’artista che in passato ha calcato le scene con Pirandello e ora lo fa con nostro Signore.
Da questa sera si recita a soggetto a questa sera si recita in chiesa.
Ecco, si vede che a messa di teologia e preghiera non ce n’è abbastanza, adesso dovremo andare a cercarla da nuovi sacerdoti, ma i fedeli stiano tranquilli: a Siracusa lo spettacolo è stato offerto dall’Ufficio diocesano per la pastorale del Turismo.
Attendiamo con ansia la sagra del pesce di tana sull’altare centrale. Anche nel polpo con le patate c’è allora molta teologia, a volerla cercare con pazienza…
Nostro commento
La colpa è anche di noi che, per non guastarci con il parroco, abbozziamo. Ma le Chiese sono le case di Gesù, non del popolo, che le ha edificate per dar gloria a Dio, non a se stesso.
Un giorno renderemo conto a Nostro Signore di non aver nemmeno provato a fermare questi oltraggi e di essere stati complici omissivi di queste desacralizzazioni che appiattiscono la nostra spiritualità per ridurla a un sentimentalismo che di religioso non ha più nulla.
Gesù non premia il successo, quando non c’è, ma tiene conto del nostro sforzo, che è sempre accompagnato dalla Grazia ogni volta che è indirizzato a compiere la sua Volontà e a dargli gloria.
Riflettiamo: la Chiesa siamo noi e noi abbiamo il compito di difendere i diritti di Dio, a qualsiasi costo e a qualsiasi prezzo.