«Vi sono diverse approssimazioni nella procedura», spiega a tempi.it Ugo Pastore, procuratore capo della Procura dei minori di Bologna. Pastore ha impugnato il provvedimento del Tribunale dei minori dell’Emilia-Romagna presieduto dal giudice Giuseppe Spadaro, che ha affidato una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali.
Procuratore Pastore, lei ha già detto che nella decisione del Tribunale c’è poca «trasparenza». Cosa intende? C’è poca trasparenza perché la legge sull’affidamento prevede all’articolo 2 che si dia preferenza a famiglie che hanno figli minori. Dovendo fare una scelta bisogna dare la precedenza a nuclei familiari di questo tipo. Ma, riguardo al caso di cui stiamo discutendo, non si capisce se questa possibilità sia stata valutata o meno. Noi abbiamo impugnato il provvedimento perché, a nostro parere, non si danno sufficienti garanzie che l’articolo 2 sia stato rispettato.
Il tribunale ha deciso altrimenti, dando in affido la bambina alla coppia di omosessuali. Chiariamo subito un aspetto importante: che la coppia sia omosessuale o meno è, per quanto riguarda la nostra impugnazione, indifferente. Per noi il problema è che sia rispettato l’articolo 2 che, sottolineo, ha un’importanza fondamentale. Invece, il Tribunale ha deciso altrimenti e noi ne prendiamo atto. Ma rileviamo che non è stata fatta alcuna comparazione con altre coppie. Perché è stata scelta questa e non altre? Non si capisce. È una scelta che non è stata motivata. Ma se passa questo principio – e non che, a parità di condizioni, sia preferita una coppia con figli minori – poi si può avallare tutto, con rischi non indifferenti. Infatti, ragionando per assurdo, si potrebbe arrivare a preferire una famiglia a un’altra secondo criteri astrusi, come la simpatia per esempio.
La legge prevede che un minore possa essere affidato anche a un single. Il Resto del Carlino ha scritto che, secondo fonti giudiziarie, la coppia di omosessuali sarebbe stata considerata come due singoli individui. È così? No, questo è sbagliato. La coppia è stata considerata proprio come coppia, non come due singoli individui. Solo che, anche in questo caso, c’è un’incongruenza.
Quale? Si dice che sono una coppia, ma i due uomini risultano avere due residenze diverse. Quindi: sono una coppia o no? C’è poi un altro aspetto poco chiaro: secondo la legge entrambi i genitori della famiglia d’origine devono essere d’accordo sull’affidamento temporaneo. Per questo servono le firme di entrambi. Qui, invece, avevamo inizialmente solo la firma della madre, mentre mancava quella del padre che è all’estero. Si tratta di una famiglia di stranieri e io spero che abbiano capito bene quali sono le implicazioni della loro scelta.
Emanuele Boffi
articolo pubblicato su Tempi.it