Nella mattinata di domenica 9 dicembre, un uomo di 58 anni, evidentemente affetto da disturbi psicologici, ha gettato della vernice nera contro l’immagine di Maria a Jasna Góra, nota come la “Madonna Nera” del santuario mariano nei pressi di Częstochowa. “Fortunatamente – spiega la polizia locale – il quadro è protetto da un vetro infrangibile”. La polizia ha poi fermato l’uomo prima che potesse provocare qualche altro danno all’effigie della Vergine, “cuore di tutta la Polonia”.
I padri paolini, custodi del santuario, hanno diffuso un comunicato nel quale hanno chiesto a tutti i devoti della Madonna Nera delle preghiere per l’espiazione del folle gesto.
“Anche l’arcivescovo Wacław Depo, Metropolita di Częstochowa, ha esortato i fedeli alla preghiera” riferisce a Zenit don Piotr Zaborski, portavoce dell’Arcidiocesi di Czestochowa.
“Chiedo a tutti gli abitanti di Częstochowa di venire con i loro pastori in questi giorni a Jasna Góra per pregare per l’espiazione di tutti i reati contro Dio, sua Madre e la Santa Chiesa” si legge nel comunicato dell’arcivescovo. “Chiedo a Dio – conclude – la grazia di risvegliare le coscienze di tutti i Polacchi, in modo speciale delle persone che governano la nostra città e la Patria”.
Anche padre Roman Majewski, priore del Santuario Nazionale di Jasna Góra, ha sottolineato nel suo comunicato “che l’icona della Madonna Nera simboleggia la nostra fede e la nostra identità nazionale”.
Il priore, inoltre, ha guidato ieri sera, alle 21, il cosiddetto Appello di Jasna Góra, che viene recitato tutti i giorni al Santuario e che ieri ha assunto, quindi, un carattere particolare.
Il gesto di oggi è una “follia senza frontiere”, ha detto padre Majewski durante la preghiera mariana. “Nessuno è ancora in grado di distruggere il Tuo volto Madre, che è saldamente impresso nei nostri cuori, nutrito con fede viva e la speranza. Nessuno è in grado di distruggere in noi il tuo dono più prezioso: Gesù, nostro Signore e Salvatore”.
L’immagine della Madonna Nera di Jasna Góra proviene, molto probabilmente, da Costantinopoli, da dove, attraversando la Russia, giunse in Polonia. Lo regalò ai padri paolini il principe Władysław Opolczyk, che nel 1382 fondò il loro monastero a Jasna Góra.
Il cosiddetto Diluvio Svedese, ovvero l’invasione della Polonia da parte delle truppe svedesi nel XVII secolo si fermò proprio sotto le mura del santuario di Jasna Góra che non venne mai espugnato.
Il servo di Dio cardinale Stefan Wyszyński scelse il santuario di Jasna Góra come altare e confessionale della Polonia. Fecero visita al Santuario come pellegrini anche i papi: beato Giovanni Paolo II (1979, 1983, 1987, 1991, 1997, 1999) e Benedetto XVI (2006).
Fonte: Zenit