Poligamia? In Olanda si può

Dal sito Campari & De Maistre –  Mi piacciono gli Olandesi perché sono fantasiosi e generosi. Veri e propri maestri del pastiche, non come genere artistico, ma come stile di vita e paradigma antropologico. Tra i primi a lavorare in direzione di una società multireligiosa e multietnica, i Padri Fondatori dell’Olanda moderna non si distinsero solo per la disponibilità a far convivere cittadini di fede diversa – quasi un unicum allora – ma andarono oltre, importando nei propri confini anche gli eretici di varia confessione.

Si creava così una miscela in cui gli apostati cattolici stringevano alleanza con i censurati ebrei e questi corrispondevano con i teologi arminiani.

Apparentemente contraddittoria, la situazione era però perfettamente coerente: il vero dialogo in senso laicista non si contenta di affiancare pacificamente pensieri e cuori divergenti – come accaduto, per esempio, nell’ultimo incontro di Assisi sotto l’egida severa di Benedetto XVI – ma promuove la frammentazione sistemica col fine di elevare a potenza la possibilità di alleanze trasversali. È più che un dogma, è un cocktail ambizioso di produrre nuove culture, ad una velocità tale da venir invidiata dagli stessi teorici del brodo primordiale evoluzionista.

 

L’impianto è quasi perfetto, salvo due difetti. Il primo è che, per quanto risoluti nel creare differenze e imperarne l’integrazione, neppure gli Olandesi – né tanto meno i loro pallidi emuli intra- ed extra-continentali – sono capaci di integrare gli integralisti, ovverosia quanti non accettino la logica evolutiva del Paese (anzi dei Paesi [Bassi]: pluralisti fin nel nome!).

 

Il secondo è che lungi dal produrre l’Uomo Nuovo, questa corsa all’intruglio antropologico sembra stia solo concorrendo a svilire la già fragile compagine del consorzio umano: fa il paio più con le chimere genetiche cancrenizzanti che con il sogno darwiniano.

 

D’altronde, quanto al primo punto, ritorna nel recinto delle più interessanti teorie epistemologiche e logiche recenti, come quando Gödel dimostra che nemmeno la matematica può provare da sola la propria coerenza: insomma non esiste il modello perfetto e autosufficiente.

 

Non può reggere una società che pretenda di fondarsi su principi costruiti a tavolino, puramente immanentistici, tanto più se spavaldamente anti-umanistici.  Chi pretendesse di fabbricarla, obliterando le istruzioni della ragione, partorirebbe mostri. E ciò spiega il secondo punto: è l’ostinazione all’assurdo (punto uno) a generare l’obbrobrio dello sfacelo sociale (punto due).

 

 

Ora i fatti

 

Abbiamo già raccontato su questepagine le audacie dei nostri amici in tema di pedofilia, e di come il Governo abbia ritenuto di immunizzare il principio sovrano della libertà, depenalizzando e tutelando i programmi di una minoranza depravata (l’associazione Martin, pro-pedofila), ignorando la precedenza dei diritti della maggioranza minacciata (i bambini), e trascurando di riflettere sulle responsabilità storiche di certe scelte, e sulle loro possibili conseguenze future.

 

Il copione si ripete in modo solo parzialmente diverso per un altro caso, già documentato dal Brussel Journal e recentemente portato alla ribalta su testate italiane. L’eroe si chiama Victor de Bruijn, e sembra essere riuscito in un’impresa da sogno. Sarebbe infatti convolato a nozze con, non una, bensì due principesse.

Ora, sulla stazza delle medesime sorvoliamo, del resto dopo la Fiona di Shrek siamo inclini a qualsiasi icona di bellezza regale, concentriamoci invece su altri punti succulenti della faccenda.

 

Il primo è che Victor diviene l’idolo di tutto l’Islam olandese, avviando la legalizzazione di fatto della poligamia; il secondo è che ci ha svelato in che modo la legge può essere piegata ai fini più disparati: tecnicamente infatti Victor non si è sposato, ma solo unito civilmente alle due consorti; il terzo è che in un sol colpo ha rappacificato l’islam e i gay (la qual cosa già stava maturando, ma a piccoli passi); il quarto è che supera in salto tutti gli altri e si trasfigura – più come Neo (Matrix) che come Gesù – divenendo icona di un tipo umano nuovo.

Victor ha infatti dichiarato che l’epopea poligama è stata facilitata «but this is because Mirjam and Bianca are bisexual. I think that with two heterosexual women it would be more difficult»: ergo poligamia, unione civile e scambismo si fondono a definire un istituto novello, l’orgimonio. E qui la fantasia si sbizzarrisce, anche se – ratifica municipale a parte – il lettore maschio medio teme di ritrovare copioni già noti dalle pellicole di Tinto Brass o peggio.

 

Tutto è compiuto? Non pare. Il buon Victor, probabile uomo della destra reazionaria olandese, non tace la sua fiera eterosessualità, e il suo netto rifiuto ad ammettere che l’orgimonio si possa arricchire in futuro di una new entry, un bel maschione, tanto per intenderci; da cui le sue dichiarazioni sul fatto di essere “a one hundred per cent heterosexual” e sul fatto di volere che il suo orgimonio sia serio, ben corroborato dal proposito “to be honest and open with each other and not philander.”

 

Che peccato, l’eroe degli orgimondi che esordisce con una secca professione di omofobia, impedendo viepiù un lecito godimento alle sue due amiche (principio di femminicidio morale? Discriminazione dei sessi?). Ma non allarmatevi, qualche profeta dei segni dei tempi olandesi colmerà questa grave lacuna.

 

Quattro postille nobilitanti

Primo: la parte lesbica delle mogli accetterà l’inseminazione del marito o impetrerà l’inseminazione da donatore estraneo? Verterà – nel caso – per l’omologa o per l’eterologa (chiedendo favore alla moglie… posto che le due donne siano mogli tra loro e non solo interposto marito omofobo ed egoista)? Sono problemi seri in questo settore.

 

Secondo: si ripete, col placet del Governo, il fatidico schema di cui sopra. La legge difende un diritto, si esaltano le conquiste di una minoranza, si rovina una realtà maggioritaria di fatto (l’orgimonio di Victor campa pur sempre sulle spalle di un matrimonio rovinato, quello della sua seconda moglie), e apre a turpi sviluppi futuri.

 

Terzo: tutti continuiamo a guardare incuriositi la reazione dell’Islam. In che modo i maomettani potranno sfruttare la legge olandese per diffondere la poligamia in quei Paesi, e in che modo l’incremento di popolazione più o meno legata alla sharia sistemerà a suo tempo le dissolutezze degli occidentali.

 

Quarto: finiremo come a Otranto?

A Otranto il massacro degli Islamici devastò le Puglie con agio e durezza, complice l’irresponsabilità del Re di Napoli il quale, anziché provvedere ai bisogni concreti del popolo, inseguiva sogni di sviluppo e mire di progresso.

Contro tale politica gossippata ma miope, si scagliò duramente san Francesco di Paola: “Ditegli che ormai è tempo di calmare lo sdegno del Signore con pronto ravvedimento: che Dio tiene alzata la sua destra per colpirlo; che si valesse del tempo concessogli per evitare il castigo. L’armata dei turchi minaccia l’Italia, ma più da vicino il suo regno: ritirasse le soldatesche dalla Toscana, non curasse l’altrui mentre trattavasi di difendere il proprio”.

 

Il Re, con decenza parlando, se ne fotté di codesti consigli da chierichetto medievale e da santo madonnaro italiano. E continuò ad alimentare la sua lotta per i diritti di governo sul suolo toscano.

 

E venne il castigo di Dio. In concreto, venuta meno la vigilanza dei capi preposti, nulla più poté trattenere la soppressione della società cristiana e dell’humanitas in genere. Il massacro fu immane, profetato invano, vergognoso per i sovrani: “Ormai rotto il fronte di resistenza, le orde mussulmane dilagarono: i cittadini terrorizzati cominciarono a sciamare verso la Cattedrale, ma i turchi non risparmiarono nessuno di quelli che incontravano per strada, ormai completamente ubriacati da quell’orgia di sangue e di vendetta: né li trattenevano il sesso o la tenera età delle persone, tutte subivano lo stesso identico trattamento. Penetrarono nelle case, salirono sui tetti, schiantarono porte ed abbatterono muri: tutto veniva saccheggiato e poi dato regolarmente alle fiamme”. Furono in tutto vani i risibili e tardivi soccorsi del Re.

 

Funziona così in questa nostra storia: gli errori dei politici si pagano. E le conseguenze si rimediano a fatica. Quelle strategiche, e soprattutto quelle morali. E non si tratta solo di cambiare leggi, ma di purificare dal male che inquina e dilaga. Ecco perché qualche innocente è sempre chiamato a rimetterci il suo sangue.

A Otranto ci vollero 800 coraggiosi martiri per lavare nel sacrificio della loro testimonianza le colpe dei padri occidentali, e solo allora l’ordine fu lentamente ristabilito. Ma oggi dove li troveremo 800 olandesi capaci di tanta restaurazione?

 

Satiricus