Fra i tanti paesini della Francia in cui avrebbe potuto apparire in quegli anni di sconvolgimenti rivoluzionari e di anticlericalismo massonico, la S. Vergine scelse proprio una piccola città delle Contea di Bigorre. Abbiamo scritto altrove nel sito che anche i luoghi delle apparizioni hanno un significato nel disegno di salvezza che Dio propone agli uomini e le apparizioni di Lourdes ce ne forniscono una prova lampante.
Andiamo molti anni addietro, al secolo X, quando regnava sul territorio che ora chiamiamo Francia il cristianissimo Carlo Magno, re dei Franchi e dei Longobardi, il quale non riusciva ad avere ragione sui mussulmani che assediavano la fortezza-castello di quella che oggi chiamiamo Lourdes e che allora era denominata “Mirambel”.
Nel suo seguito vi era anche il Vescovo di Le Puy-en-Velay, luogo molto famoso all’epoca per un Santuario dedicato alla S. Vergine, che si recò dal capo saraceno dicendogli: “Poiché non vuoi cedere davanti ad alcun uomo, cedi ad una Signora: la Madre di Dio venerata a Puy.”
Il mussulmano accettò il patto e insieme agli altri capi saraceni si recò al Santuario di Le Puy portando sull’altare della Madonna fascetti d’erba e di fiori recisi dal terreno sotto la fortezza. Si fece poi battezzare e da “Mirat”, come si chiamava, assunse il nome di Lordus, che, mutato in Lourdes, sarebbe diventato la denominazione della città.
Tutti i documenti attestano che, dopo ciò, chiunque prese dominio del castello continuò ad offrire questo tributo alla S. Vergine del Santuario di Le Puy.
Qualche secolo dopo, nell’anno 1062, venne in possesso del castello, con tutti i suoi possedimenti, il conte Bernardo I, il quale fece atto spontaneo e volontario di sottomissione e vassallaggio alla S. Vergine, facendoLe donazione di tutti i suoi beni e nominandola Signora e Contessa dell’intera Contea di Bigorre.
Inoltre stabilì di concedere al Capitolo di Le Puy una rendita annua di sessanta scudi da deporre sull’altare della S. Vergine e obbligò se stesso e suoi discendenti a rispettare i diritti di vassallaggio, lanciando anche un anatema contro di essi se non l’avessero riconosciuta come feudataria.
Nel 1303 la Contea passò sotto la proprietà dei Re di Francia, che continuarono a pagare il tributo stabilito, mentre ogni anno il giorno 25 marzo, festa dell’Annunciazione, tutta la popolazione di Lourdes si recava in pellegrinaggio al lontano Santuario di Le Puy per portare alla Madonna il proprio omaggio di erba e fiori.
Il tutto si interruppe durante i lunghi anni della Rivoluzione francese: nel 1794 l’immagine della Madonna di Le Puy, venerata dalla popolazione da immemore tempo come Nostra Signora di Lourdes, venne portata in giro su un carro di letame e poi bruciata nel luogo dove impiccavano i condannati. Il Santuario fu saccheggiato, la diocesi fu soppressa, il clero perseguitato.
Con la Restaurazione, salito al trono nel 1827 Carlo X di Borbone, sembrò esserci una ripresa delle antiche venerazioni e il 15 agosto dell’anno 1829 fu l’ultimo in cui la popolazione si recò a portare i suoi tributi alla S. Vergine.
L’anno successivo, salì sul trono di Francia il “re borghese” Luigi Filippo e di nuovo la Francia, e Lourdes con Lei, ripiombò nel precedente clima rivoluzionario e anticlericale.
Per le leggi feudali gli obblighi dei vassalli si estinguevano dopo trent’anni di mancati pagamenti censuari e il feudatario, se non li avesse rivendicati con le buone o con le cattive, non poteva più esigere i suoi diritti.
Nel 1858, un anno prima della scadenza dei trent’anni, dopo i quali avrebbe perso i diritti di Signora di Lourdes perché caduti in prescrizione, la S. Vergine comparve alla piccola Bernadette, ristabilendo così su quel territorio i suoi diritti valevoli a tutt’oggi. E lì confermò il dogma della sua Immacolata Concezione.
Notizie tratte dal libro Ipotesi su Maria di Vittorio Messori, pp. 157-167, Edizioni Ares.
Paola de Lillo
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