Con tutta la mia stima e il mio rispetto». Con queste fredde parole twittate dopo un’ora e mezza dall’Habemus Papam, Cristina Kirchner, presidente di sinistra dell’Argentina, ha salutato il nuovo Papa ed ex arcivescovo di Buenos Aires.
Quando al parlamento argentino hanno saputo dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio, la maggioranza kirchneriana non ha festeggiato, anzi.
I governativi si sono limitati a riportare la notizia alla Cámara de Diputados, riprendendo subito le orazioni elogiative per il defunto Hugo Chavez e rigettando la richiesta dell’opposizione di seguire il discorso di Bergoglio. Le controversie si sono placate solo quando la parola è passata a un deputato kirchneriano che ha pronunciato qualche parola di apprezzamento.
Il rapporto fra Nestor e Cristina Kirchner e papa Francesco è stato sempre tormentato. Dai matrimoni gay alle politiche sociali ed economiche, l’ex arcivescovo di Buenos Aires non ha mai lesinato critiche aspre nei confronti dei governi argentini guidati dai coniugi Kirchner.
NESTOR KIRCHNER. Fin dal suo insediamento alla Casa Rosada, Bergoglio attaccò l’«esibizionismo» e gli «annunci stridenti» con cui il governo di Nestor Kirchner presentava i provvedimenti economici e politici per risolvere la crisi del debito che aveva colpito il paese nel 2001. Dopo i ripetuti attacchi dell’arcivescovo alle sue politiche economiche, nel 2005, Kirchner decise di non partecipare al Te Deum da lui officiato.
L’arcivescovo decise di rispondere a quella diserzione presidenziale sospendendo la cerimonia. Qualche tempo dopo fece dire al suo portavoce: «Non esiste alcuna amicizia fra la Chiesa e il governo». Un’affermazione che, in sudamerica, dove le relazioni fra politica e Chiesa sono quanto mai strette, dicono gli esperti, equivale più o meno a una scomunica.
Per Kirchner, scrivono i giornali argentini, Bergoglio era diventato «il vero rappresentante dell’opposizione». Il presidente era talmente furioso con l’arcivescovo che arrivò a tirare in ballo Belzebù: «Il nostro Dio è di tutti, ma attenzione che il diavolo è dappertutto, fra quelli che portano pantaloni e quelli che indossano tonache».
Nonostante i trascorsi, nel 2010, Bergoglio officiò il funerale dell’ex presidente e chiese di pregare per lui, riconoscendone anche i pregi. Nonostante le aspre critiche che gli aveva riservato in vita, Bergoglio riconobbe che Kirchner era stato «unto dalla volontà popolare» e che bisognasse rispettarlo.
CRISTINA KIRCHNER. Anche con la moglie di Nestor, succeduta alla presidenza dell’Argentina, Cristina Kirchner, Bergoglio ha avuto numerosi scontri. L’arcivescovo ha continuato a chiedere al governo di ricomporre la «concordia sociale» e a di mettere fine allo «scandalo» della povertà diffusasi in Argentina dall’inizio del millennio.
Nel 2009, l’attuale Pontefice mise in guardia il Paese dal «rischio di omologazione del pensiero», e aggiunse che «da anni il governo» non si faceva «carico della gente». Nel 2011, Bergoglio, riferendosi a Cristina Kirchner, le suggerì di «bandire le ambizioni eccessive», criticandone le «manie di grandezza».
Il punto di rottura fra Kirchner e Bergoglio fu nel 2010, quando il Pontefice condusse la battaglia contro la legge sui matrimoni-gay voluta dal governo. Kirchner attaccò il cardinale dicendo che voleva un «ritorno all’inquisizione». Lui in tutta risposta affermò che la cattolica presidentessa stesse attuando un disegno del demonio.
Fonte: Tempi.it