Papa Francesco alle famiglie di tutto il mondo: rimanete sempre unite a Gesù.

Care famiglie!
Buonasera e benvenute a Roma! Siete venute pellegrine da tante parti del mondo per professare la vostra fede  davanti al sepolcro di San Pietro. Questa piazza vi accoglie e vi abbraccia:  siamo un solo popolo, con un’anima sola, convocati dal Signore che ci ama e ci  sostiene. Saluto anche tutte le famiglie che sono collegate mediante la  televisione e internet: una piazza che si allarga senza confini!

Avete voluto chiamare questo momento “Famiglia, vivi la gioia della  fede!”. Mi piace, questo titolo. Ho ascoltato le vostre esperienze, le storie  che avete raccontato. Ho visto tanti bambini, tanti nonni…

Ho sentito il dolore  delle famiglie che vivono in situazione di povertà e di guerra. Ho ascoltato i  giovani che vogliono sposarsi seppure tra mille difficoltà. E allora ci  domandiamo: come è possibile vivere la gioia della fede, oggi, in famiglia? Ma  io vi domando anche: E’ possibile vivere questa gioia o non è possibile?

 

1. C’è una parola di Gesù, nel Vangelo di Matteo, che ci viene incontro:  «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). La vita spesso è faticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentito  recentemente… Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. E trovare lavoro oggi  chiede tanta fatica! Ma quello che pesa di più nella vita non è questo: quello  che pesa di più di tutte queste cose è la mancanza di amore.

Pesa non ricevere  un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia,  tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica  diventa più pesante, intollerabile.

Penso agli anziani soli, alle famiglie che  fanno fatica perché non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di  attenzioni speciali e di cure. «Venite a me voi tutti che siete affaticati e  oppressi», dice Gesù.

Care famiglie, il Signore conosce le nostre fatiche: le conosce! E conosce i  pesi della nostra vita. Ma il Signore conosce anche il nostro profondo desiderio  di trovare la gioia del ristoro! Ricordate? Gesù ha detto: «La vostra gioia sia  piena» (Gv 15,11).

Gesù vuole che la nostra gioia sia piena! Lo ha detto  agli Apostoli e lo ripete oggi a noi. Allora questa è la prima cosa che stasera  voglio condividere con voi, ed è una parola di Gesù: Venite a me, famiglie di  tutto il mondo – dice Gesù –  e io vi darò ristoro, affinché la vostra gioia sia  piena. E questa Parola di Gesù portatela a casa, portatela nel cuore,  condividetela in famiglia. Ci invita ad andare da Lui per darci, per dare a  tutti la gioia.

 

2. La seconda parola la prendo dal rito del Matrimonio. Chi si sposa nel  Sacramento dice: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore,  nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia  vita».

Gli sposi in quel momento non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e  quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme.  E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano,  affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la  vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a  pezzi!

Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con  responsabilità. Gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i  pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità,  davanti a Dio e alla società.

Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare  alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli. – Ma  oggi, Padre, è difficile… . Certo, è difficile. Per questo ci vuole la grazia,  la grazia che ci dà il Sacramento! I Sacramenti non servono a decorare la vita –  ma che bel matrimonio, che bella cerimonia, che bella festa!…

Ma quello non è  il Sacramento, quella non è la grazia del Sacramento. Quella è una decorazione!  E la grazia non è per decorare la vita, è per farci forti nella vita, per farci  coraggiosi, per poter andare avanti! Senza isolarsi, sempre insieme.

I cristiani  si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno! Ne hanno  bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori. “Nella  gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. Così dicono gli sposi nel  Sacramento e nel loro Matrimonio pregano insieme e con la comunità. Perché?  Perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo  viaggio che devono fare insieme: un lungo viaggio che non è a pezzi, dura tutta  la vita!

E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia,  per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno! E questo è  importante! Nelle famiglie sapersi perdonare, perché tutti noi abbiamo difetti,  tutti! Talvolta facciamo cose che non sono buone e fanno male agli altri. Avere  il coraggio di chiedere scusa, quando in famiglia sbagliamo…

Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto che per portare avanti una  famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso,  grazie, scusa. Tre parole chiave! Chiediamo permesso per non essere invadenti in  famiglia. “Posso fare questo? Ti piace che faccia questo?”. Col linguaggio del  chiedere permesso. Diciamo grazie, grazie per l’amore!

Ma dimmi, quante volte al  giorno tu dici grazie a tua moglie, e tu a tuo marito? Quanti giorni passano  senza dire questa parola, grazie! E l’ultima: scusa. Tutti sbagliamo e alle  volte qualcuno si offende nella famiglia e nel matrimonio, e alcune volte – io  dico – volano i piatti, si dicono parole forti, ma sentite questo consiglio: non  finire la giornata senza fare la pace.

La pace si rifà ogni giorno in famiglia!  “Scusatemi”, ecco, e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo  diciamo insieme? (rispondono: “Sì!”) Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste  tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!

Nella vita la famiglia sperimenta tanti momenti belli: il riposo, il pranzo  insieme, l’uscita nel parco o in campagna, la visita ai nonni, la visita a una  persona malata… Ma se manca l’amore manca la gioia, manca la festa, e l’amore ce  lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile. Lì Lui, nel Sacramento, ci dà  la sua Parola e ci dà il Pane della vita, perché la nostra gioia sia piena.

 

3. E per finire, qui davanti a noi, questa icona della Presentazione di  Gesù al Tempio. È un’icona davvero bella e importante. Contempliamola e  facciamoci aiutare da questa immagine.

Come tutti voi, anche i protagonisti  della scena hanno il loro cammino: Maria e Giuseppe si sono mesi in marcia,  pellegrini a Gerusalemme, in obbedienza alla Legge del Signore; anche il vecchio  Simeone e la profetessa Anna, pure molto anziana, giungono al Tempio spinti  dallo Spirito Santo.

La scena ci mostra questo intreccio di tre generazioni,  l’intreccio di tre generazioni: Simeone tiene in braccio il bambino Gesù, nel  quale riconosce il Messia, e Anna è ritratta nel gesto di lodare Dio e  annunciare la salvezza a chi aspettava la redenzione d’Israele.

Questi due  anziani rappresentano la fede come memoria. Ma vi domando: “Voi ascoltate i  nonni? Voi aprite il vostro cuore alla memoria che ci danno i nonni? I nonni  sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che  non ascolta i nonni, è un popolo che muore! Ascoltare i nonni! Maria e Giuseppe  sono la Famiglia santificata dalla presenza di Gesù, che è il compimento di  tutte le promesse.

Ogni famiglia, come quella di Nazareth, è inserita nella  storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti. E perciò  oggi abbiamo qui i nonni e i bambini. I bambini imparano dai nonni, dalla  generazione precedente.

Care famiglie, anche voi siete parte del popolo di Dio. Camminate con  gioia insieme a questo popolo. Rimanete sempre unite a Gesù e portatelo a tutti  con la vostra testimonianza. Vi ringrazio di essere venute.

Insieme, facciamo  nostre le parole di san Pietro, che ci danno forza e ci daranno forza nei  momenti difficili: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Con la grazia di Cristo, vivete la gioia della fede! Il Signore vi  benedica e Maria, nostra Madre, vi custodisca e vi accompagni. Grazie!

 

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