I cristiani in Pakistan sono bersaglio di violenza da parte di estremisti islamici che sfogano contro di loro sentimenti di rabbia e vendetta dopo la pubblicazione del film «L’Innocenza dei Musulmani», blasfemo verso il profeta Maometto. Dopo l’attacco alla chiesa cristiana di «San Paolo» a Mardan, un Vescovo è stato aggredito, malmenato e ferito.
Come riferiscono fonti locali di Fides, il Vescovo protestante Naeem Samuel, della denominazione «Trinity Evangelical Prayer Church», è stato attaccato ieri, mentre stava uscendo dalla chiesa a Youhanaabad, sobborgo di Lahore (provincia del Punjab), dove vivono circa 10mila famiglie cristiane.
Tre uomini lo hanno fermato apostrofandolo con frasi del tipo: «Voi cristiani avete offeso il nostro Profeta, vi uccideremo tutti!». Sebbene il Vescovo abbia provato a difendersi, dicendo che «tutti i cristiani in Pakistan hanno condannato il film», i tre hanno iniziato a percuoterlo con violenza, lasciandolo a terra tramortito e privo di conoscenza. Il Vescovo, che è Rettore della «Trinity Biblical University», ha riportato numerose ferite e fratture e ha avuto bisogno di cure ospedaliere. Mons. Samuel gestisce anche una rete Tv cristiana via cavo a Lahore, che trasmette corsi biblici, film religiosi e preghiere. Per questo aveva già ricevuto minacce e l’intimazione a fermare le trasmissioni, mentre circa un mese fa la sua residenza era stata data alle fiamme.
Prosegue, intanto, la scia di violenza nel quartiere cristiano di Essa Nagri, nella metropoli di Karachi (provincia del Sindh): l’ultima vittima è il 30enne cristiano Zulifiqar Masih, ucciso nell’ennesimo raid compiuto da estremisti islamici di etnia pashtun. È il quinto cristiano ucciso in un mese: il 29 agosto è stato freddato Fasil Masih; il 12 settembre Yousaf Masih, il 15 settembre Rafi Masih e Nasir Masih. La violenza tocca anche le giovani cristiane, le più vulnerabili: come riferito a Fides dall’Ong «World Vision in Progress», nei giorni scorsi Sumbal Masih, 16enne cristiana di Faisalabad (in Punjab), di professione cameriera, è stata rapita, violentata e torturata per sei ore dal suo datore di lavoro, un ricco musulmano, e da altri due uomini. Due degli aguzzini sono stati arrestati dalla polizia locale.
Fonte: Vatican Insider