Accompagniamo il nuovo pontificato nei suoi primi passi, con gioia ed entusiasmo. Lo ha detto padre Federico Lombardi nel briefing con i giornalisti nel Media Center in Vaticano. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha poi denunciato con forza la campagna calunniosa di organi anticlericali che vogliono legare il nome del Papa alla passata dittatura argentina.
Un Papa umile, semplice e spontaneo, vicino alla gente, che sta bene, molto consapevole e sereno. E’ l’immagine che padre Lombardi ha presentato ai giornalisti, aprendo anche uno spiraglio su come si svolgono queste prime giornate di Papa Francesco, all’interno del Vaticano:
“A cena o per il pranzo, di solito giunge che i cardinali sono già arrivati… allora va a trovare un posto che sia libero: non ne ha uno particolare per lui e va a mettersi a un tavolo dove trova una sedia libera, dove ancora può inserirsi. Con molta naturalezza. Questa mattina ha celebrato la Messa alla 7.00 nella Cappella di Santa Marta e molti cardinali hanno desiderato concelebrare con lui. Quindi c’è stata una concelebrazione nella cappella questa mattina alle 7.00 e il Papa ha fatto una piccola omelia, spontaneamente, sul Vangelo e sulle Letture della Messa”.
Padre Lombardi ha anche ricordato la grande commozione che, ieri mattina, ha accompagnato il Santo Padre quando si è recato alla Casa del Clero, dopo la preghiera a Santa Maria Maggiore:
“Il suo passaggio ieri è stato veramente molto commovente, perché si vedeva che conosceva personalmente e bene tutti i dipendenti, chiedeva loro notizie della loro figlioletta o della moglie… Tutti piangevano di commozione. Quindi un’esperienza di una persona molto vicina alla gente, agli impiegati e ai lavoratori delle case”.
Confermata la notizia, diffusa oggi a mezzo stampa, che il Papa la sera dell’elezione ha telefonato al nunzio in Argentina, mons. Emil Paul Tscherrig. Ha chiesto a tutti coloro che hanno manifestato l’intenzione di venire per la Messa d’inizio Pontificato a Roma, di devolvere le somme, necessarie per il viaggio, ai bisognosi. Il direttore della Sala Stampa ha anche parlato di un clima di “grande gioia” e “rinnovamento spirituale” in Argentina:
“Un’altra cosa che mi ha detto il nunzio questa mattina è che si respira in Buenos Aires e in Argentina una grande atmosfera di gioia e anche di vivacità, di preghiera. Molta gente sta andando in chiesa e che nella parrocchia dove lui dice la Messa normalmente, il parroco gli ha riferito che ha passato tutto il giorno a confessare. E che ci sono molti che non si confessavano da 15 o 20 anni, che invece si sono riconciliati nella grande gioia di questa esperienza di grazia per la Chiesa nel Paese. Quindi un momento molto bello di gioia, di vitalità e spiritualità della Chiesa”.
Quindi una puntualizzazione “necessaria” sulle accuse, che sono state sollevate in passato, sul legame tra l’allora padre Bergoglio e la dittatura argentina:
“Nessun legame” ha specificato padre Lombardi citando anche le dichiarazioni, del pacifista argentino Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace proprio per le sue denunce contro il regime. In tal senso, il portavoce vaticano ha poi portato la testimonianza di un padre gesuita, padre Franz Jalics, uno dei due sacerdoti sopravvissuti e perseguitati dalla dittatura argentina, all’epoca in cui Papa Francesco era Provinciale. Padre Lombardi ha quindi letto una sua dichiarazione:
“La campagna contro Bergoglio è ben nota e risale già a diversi anni fa. E’ portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è nota ed evidente.
L’accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina, e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. – questa era l’accusa – Non vi è mai stata un’accusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare.
E’ noto il ruolo di Bergoglio – una volta diventato vescovo – nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono quindi all’uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione”.
Padre Lombardi ha poi ricordato l’udienza di domani, in Aula Paolo VI, per gli operatori delle comunicazioni sociali, e l’Angelus di domenica alle 12.00, in Piazza San Pietro.
Poi per quanto riguarda la Messa d’inizio Pontificato, martedì prossimo, ha precisato “che tutti sono i benvenuti” e che “la Santa Sede non fa mai degli inviti specifici”, neanche a livello diplomatico:
“Non c’è mai un invito diretto a nessun capo di Stato o di governo di venire. Anche quando vengono a trovare il Papa durante il Pontificato, normalmente i capi di Stato o di governo non sono mai stati invitati: sono loro che hanno manifestato il desiderio di vedere il Santo Padre, di partecipare ad un avvenimento. Tutti quelli che manifestano questo desiderio sono benvenuti”.
Padre Lombardi ha anche detto che in questi giorni stanno arrivando moltissimi messaggi di auguri, da tutto il mondo:
“Un messaggio che è stato molto apprezzato è quello da parte del Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, il dottor Riccardo Di Segni, a cui il Papa ha anche mandato un suo messaggio di amicizia e di vicinanza, informandolo anche della prossima inaugurazione del Pontificato. E’ noto il buon rapporto che anche Bergoglio cardinale aveva, in Argentina, con le comunità ebraiche e anche con altre comunità religiose, con i musulmani e così via. Ecco, quindi continuiamo nella stessa direzione”.
Probabilmente la presa di possesso di San Giovanni in Laterano avverrà dopo Pasqua, ha detto padre Lombardi, e questo potrebbe comportare che la Messa in Coena Domini, il Giovedì Santo, avvenga in San Pietro.
Rispondendo ai giornalisti ha anche spiegato che Benedetto XVI, non parteciperà alla Messa d’inizio Pontificato e potrebbe lasciare Castel Gandolfo a maggio per trasferirsi, in Vaticano, nel monastero di clausura tutt’ora in fase di ristrutturazione.
Testo pubblicato sul sito di Radio Vaticana