Mi è stato chiesto insistentemente di esprimere un parere sull’omelia tenuta da Papa Francesco in occasione della recente ricorrenza delle apparizioni della S. Vergine a Guadalupe. Accolgo di malavoglia la sfida di immettermi nelle contestazioni che stanno riempiendo il web, perché sono certissima che i soliti “intelligenti” equivocheranno le mie parole e mi toglieranno pure qualche like al profilo facebook di questo sito, continuando però farisaicamente a leggere quello che scrivo.
Sappiano però coloro che i profili dei siti hanno il contatore delle visualizzazioni per ogni singolo post e da noi si va da un minimo di 150 ad un massimo, finora raggiunto, di 15.000 lettori, così come sono visibili i contatti su questo portale con le specifiche dei Paesi da cui i visitatori si collegano e degli articoli letti. Quindi non mi deprimerò certo per i numeri alti o bassi visibili al pubblico e, non essendo una pavida perché ho a cuore gli interessi di Dio più che i miei, esprimerò quello che penso, in scienza e coscienza.
Veniamo perciò al dunque. Quello che papa Bergoglio ha detto è ascoltabile dal minuto 22:05 del video che ho linkato. Le frasi che stanno sconvolgendo tutti sono quelle che riguardano la “non corredenzione” di Maria e l’asserzione che Lei “ha meticciato Dio”.
Portar rispetto a questo pontefice, come vuole Nostro Signore, è proprio una fatica, se non un vero eroismo, e mi ci provo.
Cominciamo dal “meticciato”. E’ noto a tutti i mariani che la Madonna a Guadalupe ha voluto lasciare un’impronta di sé sul mantello di Juan Diego apparendo con le sembianze di una indios. In altre apparizioni riconosciute dalla Chiesa si è mostrata vestita di bianco, con un mantello azzurro, o verde trapuntato di stelle d’oro come a Guadalupe, oppure vestita come le donne dell’epoca che visitava; altre volte si è palesata recando sulla testa una corona di dodici stelle oppure sfoggiandone una da regina, molto più spesso aveva il capo ricoperto da un semplice velo.
Senza tenere conto che molte sono le immagini che rappresentano una Madonna nera e tutte sono egualmente venerate da secoli senza che alcuno abbia avuto mai nulla da contestare.
Lei infatti si mostra come sa di essere meglio compresa dai veggenti a cui appare giacché una sembianza non toglie nulla alla sua Persona che, essendo stata assunta in Cielo in anima e corpo, ne mantiene il DNA fisico in eterno. (Qui alcune indicazioni sulla sua ascendenza). Infatti in Paradiso nulla è umanamente modificabile perché vive già nell’eternità.
E veniamo alla questione della corredenzione. La diatriba resta aperta perché di fatto nessun pontefice, comunque si sia espresso su questo argomento, ne ha proclamato il dogma. E visto che siamo dei credenti dobbiamo porci qualche domanda, senza nulla togliere ai meriti della Madre di Dio e alla sua compartecipazione alla Passione di Cristo.
Ci viene in soccorso un teologo al disopra di ogni discussione, ovvero il cardinale Ratzinger nella sua veste di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, incarico ricoperto sotto il lungo pontificato di S. Giovanni Paolo II.
Nell’intervista rilasciata nel 2000 al giornalista tedesco Peter Seewald, suo biografo autorizzato, pubblicata poi nel libro “Gott und die Welt” (Dio e il mondo,) a proposito del dogma della corredenzione Joseph Ratzinger rispose così:
“Non credo che si darà seguito a questa richiesta, che nel frattempo si è guadagnata il consenso di parecchi milioni di persone, in tempi prevedibili. Secondo la “Congregazione per la Dottrina della Fede”, quelle caratteristiche di Maria che la proposta vorrebbe mettere in primo piano possono essere meglio espresse da altri titoli di Maria, mentre la formula “Corredentrice” si allontana troppo dal linguaggio delle Scritture e dei Padri della Chiesa; e può perciò produrre degli equivoci.
Poiché Maria prefigura la Chiesa, e impersonifica – per così dire – la Chiesa, questa comunione è realizzata esemplarmente in lei. Ma non ci si può spingere oltre questa comunione, fino a dimenticare la priorità di Cristo: tutto procede da lui, come dicono in particolare le Lettere paoline agli Efesini e ai Colossesi. Anche Maria è tutto ciò che è, solo attraverso lui.
Il termine “Corredentrice” appannerebbe, dunque, quest’origine. Una retta intenzione si esprime con una terminologia sbagliata. Per i contenuti della fede è essenziale proprio la continuità con il linguaggio delle Scritture e dei Padri della Chiesa; perché il linguaggio non è manipolabile a proprio piacimento”.
Trovo del tutto inutile e dispersivo voler anticipare noi un futuro e definitivo giudizio della Chiesa sulla corredenzione della Madre di Dio perché, ribadisco, finora nessun pontefice ne ha proclamato il dogma, e le ragioni di ciò riguardano solo Dio e non noi. Nel mentre uno dei più devoti a Maria, papa Pio XII, che ne ha promulgato il dogma dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo e ha emanato l’enciclica Ad caeli reginam, riguardante proprio la dignità regale della Santa Vergine istituendone la festività (qui il testo), invita tutti a rivolgersi a Lei con gli appellativi di “regina potentissima, mediatrice di pace.”
Restiamo perciò in pace tra noi, senza accettare le provocazioni che portano a discussioni e divisioni senza costrutto, perché se il Signore vuole che la sua Chiesa riconosca una verità del Cielo, a cui noi non possiamo aggiungere o togliere nulla, vi provvederà al tempo che riterrà opportuno.
Paola de Lillo
Dal minuto 22:05