Dopo i video-choc diffusi dal Cmp, il Center for Medical Progress, molti se lo sono chiesti: ma a cosa servivano i resti fetali acquistati da Planned Parenthood? Chi poteva aver interesse a promuovere questo lugubre traffico? Una risposta parziale è giunta ora dalla notizia diffusa dall’agenzia LifeSiteNews. I resti servivano per creare in laboratorio… dei topi “umanizzati”! Lo han confermato gli ordini di acquisto, di cui sono giunti in possesso gli operatori dell’organizzazione pro-life Operation Rescue.
Tali ordini, tutti datati tra il febbraio 2013 ed il luglio 2104, mostrano come l’Università del Massachusetts (nella foto) – ed, in particolare, il programma di medicina molecolare della sua scuola medica, che riceve contributi pubblici – abbia pagato a StemExpress un totale di 29 mila dollari per ottenere tessuto cadaverico di feti umani con cui tentare l’”esperimento” frankensteiniano.
In tutto sono tre le spedizioni del singolare carico di cui si è venuti a conoscenza, tutte e tre dirette al laboratorio di ricerca di Dale L. Greiner, docente di Medicina Molecolare, e del suo assistente, Darcy Reil. Il profilo del professore, pubblicato sul sito universitario, rivela come, al centro delle sue indagini, vi sia «l’utilizzo di topi umanizzati per studiare le patologie umane e le infezioni» e soprattutto per testare nuovi farmaci o prodotti commerciali in condizioni più simili a quelle proprie della nostra specie.
«Solo pochi anni fa – ha spiegato Troy Newman, presidente di Operation Rescue – l’idea di abortire bambini, di vendere i loro cadaveri e di far crescere i loro tessuti dentro dei topi sarebbe suonata come una sorta di fantascienza, un romanzo dell’orrore. Oggi invece questa pratica, studiata in segreto, è divenuta un fatto ordinario, di tutti i giorni.
Ci sono violazioni etiche – e probabilmente autentiche attività criminali – ad ogni livello…». Quegli ordini di acquisto, infatti, sono la prova di come quei resti fetali non siano stati «donati» ai laboratori di ricerca: «In effetti, le uniche che non hanno tratto alcun profitto da questo enorme traffico sono le donne, che hanno pagato Planned Parenthood, perché effettuasse costosi aborti post-termine. I loro portafogli se ne sono andati via vuoti come i loro grembi», ha commentato amaramente Newman.
Da notarsi, come, per poter conservare intatti i tessuti richiesti, si siano dovute applicare modalità abortive dichiarate illegali ed estremamente crudeli, tra cui ad esempio quella della nascita parziale. Un medico abortista di Philadelphia, Kermit Gosnell, è stato condannato nel 2013 con l’accusa di omicidio di primo grado, per avere intenzionalmente ucciso dei bambini nati vivi nella sua “clinica degli orrori”.
Attualmente sta scontando l’ergastolo: «Resta da capire se il destino di Gosnell sia anche quello dei dirigenti di StemExpress e di Planned Parenthood. Lo si può certamente sperare», ha concluso Newman.
Per ora par di capire che le strade dell’una e dell’altra azienda – tanto di StemExpress quanto di Planned Parenthood – si siano improvvisamente e bruscamente divise: la prima ha tagliato qualsiasi forma di collaborazione con la seconda, specificando come quest’ultima rappresentasse, a suo dire, soltanto «una piccola percentuale del business complessivo».
Del resto, l’indignazione suscitata presso l’opinione pubblica dai video-choc diffusi dal Cmp ha consigliato all’azienda di ricalibrare il proprio profilo sulla sua missione principale ovvero quella di fornire cellule adulte, sangue e tessuti umani ai principali centri di ricerca della nazione.
Azienda, peraltro, con alti ricavi: StemExpress è una società biotech con sede a Placerville, in California, e vanta un profitto annuale di 2,2 milioni di dollari con un tasso di crescita triennale pari al 1.316%. Secondo Inc.com, lo scorso autunno sarebbe risultata al 363° posto tra le aziende con migliore crescita ed al 35° posto tra quelle più promettenti guidate da una donna.
Ciò non basta, evidentemente, per assolverla da presunte responsabilità circa le violazioni contestate alla multinazionale dell’aborto. Le indagini proseguono: prender le distanze da Planned Parenthood in questo momento è «un tentativo di salvar la faccia? – si è chiesto David Daleiden, direttore del Cmp – Il dott. Ronald Berman, che effettua aborti presso Planned Parenthood, continuerà ad essere anche il direttore medico di StemExpress? Questi intrecci devono essere chiariti sotto giuramento davanti al Congresso e davanti al popolo americano».
«Non ci sono pubbliche relazioni che tengano – ha commentato ancora Troy Newman, il presidente di Operation Rescue – StemExpress prosegue nella sua pratica immorale di trar profitto dalla vendita di resti fetali ottenuti da aborti clinici e le prove raccolte dalla mia organizzazione mostrano come ciò vada avanti da anni». La battaglia continua.
Fonte: NoCristianofobia