“Non mi chiuderanno la bocca”. L’arcivescovo di Valencia Antonio Cañizares giovedì ha sentito tutto l’affetto e la fede del suo popolo quando si è svolta la preghiera di riparazione per la blasfema riproduzione del bacio saffico tra la Madonna degli Indifesi e la Virgen Morenita, principale logo utilizzato dalle associazioni Lgbt per propagandare il gay pride che si svolgerà a Valencia oggi.
Le immagini trasmesse dai telegiornali hanno mostrato un popolo intero, dietro il suo pastore e sinceramente attaccato a due delle principali devozioni di Spagna, in quella che è una vera e propria battaglia per la libertà religiosa nel Paese ormai alla mercè di poteri forti imbevuti di ideologia omosessualista.
Come raccontato dalla Nuova BQ in più occasioni (qui, qui e qui) Cañizares è ormai un simbolo di resistenza: denunciato da una lobby gay con l’accusa di omofobia e ora indagato, infangato pubblicamente da diversi partiti politici (Podemos, il più scatenato), irriso della fede del popolo che gli è assegnato dalla Chiesa (la Virgen de los desemparados è la principale devozione Valenciana) e avvertito dalle leggi contro l’educazione cattolica che stanno mettendo a rischio la libertà di educazione delle scuole paritarie.
E Cañizares ha risposto alla chiamato dei fedeli, definendo quello di giovedì un giorno emozionante dopo aver sofferto tanto”.
I valenciani sono usciti in strada e si sono radunati nella piazza dedicata proprio alla Madonna degli Indifesi, in Plaza de la Virgen, di fronte alla Cattedrale per difendere la loro fede cattolica dagli attacchi laicisti che in questi mesi nella città spagnola sono stati tanti.
Più di mille persone hanno partecipato alla preghiera di riparazione. “In varie occasioni mi hanno voluto far tacere – ha detto il cardinale –. Ma ora sto con il mio popolo in piazza, con grande speranza e senza nessuna intenzione di offendere.
Non mi zittiranno, la Parola di Dio non è incatenata. Non mi sono mai sentito abbandonato, né da Dio né dalla gente perché mi hanno appoggiato e la piazza mi sembra che dica: avanti, siamo con te Antonio”.
Parole forti e cariche di determinazione. Così parla un cattolico di fronte ai pericoli delle ideologie distruttive dell’antropologia umana.
Poi ha aggiunto: “Se qualche ferita è rimasta aperta, qui si deve rimarginare. Questo atto di riparazione è un atto di amore alla Vergine Maria. Oggi preghiamo per chiedere perdono per le offese e perché vengano ristabilite la convivenza e il dialogo, per il rispetto del diritto che le persone hanno di professare la loro religione”.
Molte attestazioni di stima e affetto al vescovo sono arrivate dal mondo associativo e dal laicato cattolico. Ma ancora la Conferenza Episcopale Spagnola, che pure nei giorni scorsi era intervenuta per condannare la profanazione alla cappella universitaria dell’Università Complutense di Madrid, non ha manifestato pubblicamente la sua vicinanza all’Arcivescovo.
Fonte: La NBQ