Il Papa è giunto sul lungomare di Copacabana per la Festa di accoglienza dei giovani a Rio de Janeiro per la 28.ma Giornata mondiale della gioventù. Grande l’entusiasmo dei tantissimi fedeli presenti, oltre un milione. Papa Francesco si è diretto verso il palco, lentamente in jeep, salutando, benedicendo, baciando i bambini.
Con un giovane, come ha fatto tante altre volte in Piazza San Pietro, ha scambiato lo zucchetto bianco, indossandone uno un po’ piccolo. Un altro giovane gli ha offerto il “mate”, la tradizionale bevanda argentina molto amata dal Pontefice, e lui l’ha presa e ne ha bevuto un sorso per poi restituirla.
Durante l’incontro si è svolta una suggestiva rappresentazione intitolata “Rio de Fé” in cui 150 giovani hanno presentato artisticamente, con canti e scenografie, la vita quotidiana della “Città Meravigliosa”.
”Voi – ha detto il Papa nel suo saluto iniziale riferendosi al maltempo che in questi giorni ha colpito Rio – dimostrate che la fede e’ piu’ forte del freddo e della pioggia”. Vedo in voi – ha continuato – “la bellezza del volto giovane di Cristo e il mio cuore si riempie di gioia!
Ricordo la prima Giornata Mondiale della Gioventù a livello internazionale. È stata celebrata nel 1987 in Argentina, nella mia città di Buenos Aires. Custodisco vive nella memoria queste parole del beato Giovanni Paolo II ai giovani: “Ho tanta speranza in voi!
Mi auguro soprattutto che rinnoviate la vostra fedeltà a Gesù Cristo e alla sua croce redentrice” (Discorso ai Giovani (11 aprile 1987): Insegnamenti X/1 (1987), 1261)”.
Il Papa ha ricordato il tragico incidente nella Guyana francese in cui ha perso la vita la giovane Sophie Morinière, e altri giovani sono stati feriti e ha invitato a fare un minuto di silenzio e rivolgere a Dio la preghiera per Sophie, per i feriti e per i familiari.
“Quest’anno – ha proseguito – la Giornata ritorna, per la seconda volta, in America Latina. E voi, giovani, avete risposto in tanti all’invito del Papa Benedetto XVI, che vi ha convocato per celebrarla. Lo ringraziamo con tutto il cuore!”.
Papa Francesco ha rivelato di aver chiesto a Benedetto XVI di accompagnarlo con la preghiera a Rio e il Papa emerito ha accolto con gioia questa richiesta e ora è davanti alla tv per seguire questo evento. Papa Francesco ha invitato a fare una grande applauso a Benedetto XVI.
“Il mio sguardo – ha aggiunto – si estende su questa grande folla: Siete in tanti! Venite da tutti i continenti! Siete spesso distanti non solo geograficamente, ma anche dal punto di vista esistenziale, culturale, sociale, umano.
Ma oggi siete qui, anzi oggi siamo qui, insieme, uniti per condividere la fede e la gioia dell’incontro con Cristo, dell’essere suoi discepoli. Questa settimana, Rio diventa il centro della Chiesa, il suo cuore vivo e giovane, perché voi avete risposto con generosità e coraggio all’invito che Gesù vi ha fatto di rimanere con Lui, di essere suoi amici”.
Ha poi proseguito: “Il treno di questa Giornata Mondiale della Gioventù è venuto da lontano e ha attraversato tutta la Nazione brasiliana seguendo le tappe del progetto «Bota fé – Metti fede». Oggi è arrivato a Rio de Janeiro. Dal Corcovado, il Cristo Redentore ci abbraccia e ci benedice.
Guardando questo mare, la spiaggia e tutti voi, mi viene in mente il momento in cui Gesù ha chiamato i primi discepoli a seguirlo sulla riva del lago di Tiberiade. Oggi Gesù ci chiede ancora: Vuoi essere mio discepolo? Vuoi essere mio amico? Vuoi essere testimone del mio Vangelo?
Nel cuore dell’Anno della fede queste domande ci invitano a rinnovare il nostro impegno di cristiani. Le vostre famiglie e le comunità locali vi hanno trasmesso il grande dono della fede, Cristo è cresciuto in voi.
Oggi sono venuto per confermarvi in questa fede, la fede nel Cristo vivente che dimora in voi, ma sono venuto anche per essere confermato dall’entusiasmo della vostra fede!”.
Qui ha aggiunto che i vescovi a volte hanno problemi che li rendono tristi. “Che brutto un vescovo triste! – ha esclamato – “e perché non sia triste, ha continuato, sono venuto qui per essere contagiato da voi”.
Il Papa saluta quindi tutti con grande affetto: a tutti i giovani convenuti dai cinque continenti e, attraverso di loro, a tutti i giovani del mondo, in particolare “a coloro che non sono potuti venire a Rio de Janeiro, ma sono collegati per mezzo della radio, della televisione e di internet, dico: Benvenuti a questa grande festa della fede!
In varie parti del mondo, in questo stesso momento, tanti giovani si sono radunati per vivere insieme questo momento: sentiamoci uniti gli uni con gli altri nella gioia, nell’amicizia, nella fede. E siate certi: il mio cuore di Pastore vi abbraccia tutti con affetto universale”.
E ha aggiunto: “Il Cristo Redentore, dalla cima del monte del Corcovado, ci accoglie e abbraccia in questa bellissima città di Rio!”.
Ha poi salutato il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, “il caro e instancabile” Cardinale Stanisław Ryłko, e tutti coloro che lavorano con lui. Ha ringraziato Monsignor Orani João Tempesta, Arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro, per la cordialità con cui lo ha accolto e per il grande lavoro svolto per preparare questa Giornata Mondiale della Gioventù, assieme alle varie diocesi “di questo immenso Brasile”.
Ha espresso il suo ringraziamento a tutte le autorità nazionali, statali e locali, e a quanti altri sono stati coinvolti “per far diventare realtà questo momento unico di celebrazione dell’unità, della fede e della fraternità.
Grazie ai Fratelli Vescovi, ai sacerdoti, ai seminaristi, alle persone consacrate e ai fedeli laici che accompagnano i giovani, da diverse parti del nostro Pianeta, nel loro pellegrinaggio verso Gesù.
A tutti e a ciascuno il mio affettuoso abbraccio in Gesù e con Gesù. Fratelli e amici, benvenuti alla XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, in questa meravigliosa città di Rio de Janeiro!”.
Dopo la rappresentazione artistica, cinque giovani in rappresentanza di tutti i continenti hanno salutato il Papa. Poi il Pontefice ha tenuto il suo discorso partendo dal brano del Vangelo che parla della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Queste le parole del Papa: “«È bello per noi essere qui!»: ha esclamato Pietro, dopo aver visto il Signore Gesù trasfigurato, rivestito di gloria. Vogliamo ripetere anche noi queste parole? Io penso di sì, perché per tutti noi, oggi, è bello essere qui riuniti insieme attorno a Gesù!
E’ Lui che ci accoglie e si rende presente in mezzo a noi, qui a Rio. Ma nel Vangelo abbiamo ascoltato anche le parole di Dio Padre: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (Lc 9, 35).
Se da una parte, allora, è Gesù che ci accoglie, dall’altra anche noi dobbiamo accoglierlo, metterci in ascolto della sua parola perché è proprio accogliendo Gesù Cristo, Parola incarnata, che lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro, e fa crescere in noi le ali della speranza per camminare con gioia (cfr Lett. enc. Lumen fidei, 7)”.
Il Papa chiede: “Ma che cosa possiamo fare? “Bota fé – metti fede”. La croce della Giornata Mondiale della Gioventù ha gridato queste parole lungo tutto il suo pellegrinaggio attraverso il Brasile. “Metti fede”: che cosa significa? Quando si prepara un buon piatto e vedi che manca il sale, allora tu “metti” il sale; manca l’olio, allora tu “metti” l’olio…
“Mettere”, cioè collocare, versare. Così è anche nella nostra vita cari giovani: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: “metti fede” e la tua vita avrà un sapore nuovo, la vita avrà una bussola che indica la direzione; “metti speranza” e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; “metti amore” e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te. Metti fede, metti speranza, metti amore! Tutto insieme: Metti fede, metti speranza, metti amore! ”.
Poi un’altra domanda: “Ma chi può donarci tutto questo? Nel Vangelo abbiamo sentito la risposta: Cristo. «Questo è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Gesù è Colui che ci porta Dio e che ci porta a Dio, con Lui la nostra vita si trasforma, si rinnova e noi possiamo guardare la realtà con occhi nuovi, dal punto di vista di Gesù, con i suoi stessi occhi (cfr Lett. enc. Lumen fidei, 18). Per questo oggi vi dico a ciascuno di voi: “metti Cristo” nella tua vita e troverai un amico di cui fidarti sempre; “metti Cristo” e vedrai crescere le ali della speranza per percorrere con gioia la via del futuro; “metti Cristo” e la tua vita sarà piena del suo amore, sarà una vita feconda, perché tutti noi vogliamo avere una vita feconda”.
Il Papa ha quindi chiesto: “in chi riponiamo la nostra fiducia? In noi stessi, nelle cose, o in Gesù?”.
“Noi tutti – ha detto – siamo tentati molte volte” di essere il centro dell’universo, “di credere che siamo solo noi a costruire la nostra vita o che essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere. Ma tutti sappiamo che non è così!
Certo l’avere, il denaro, il potere possono dare un momento di ebbrezza, l’illusione di essere felici, ma, alla fine, sono essi che ci possiedono e ci spingono ad avere sempre di più, a non essere mai sazi”.
E ha ripreso: “Metti Cristo” nella tua vita, riponi in Lui la tua fiducia e non sarai mai deluso! Vedete cari amici, la fede compie nella nostra vita una rivoluzione che potremmo chiamare copernicana, ci toglie dal centro e lo ridona a Dio; la fede ci immerge nel suo amore che ci dà sicurezza, forza e speranza.
All’apparenza sembra che non cambi nulla, ma nel più profondo di noi stessi tutto cambia. Quando c’è Dio nel nostro cuore dimora la pace, la dolcezza, la tenerezza, il coraggio, la serenità e la gioia, che sono i frutti dello Spirito Santo (cfr Gal 5, 22) e la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio.
La fede è rivoluzionaria. Siete disposti a entrare in questa onda della rivoluzione della fede? Solo entrando, la tua vita ha senso e così sarà feconda”.
Questo l’invito di Papa Francesco: “Caro giovane, cara giovane: “metti Cristo” nella tua vita. In questi giorni, Lui ti attende nella sua Parola; ascoltalo con attenzione e il tuo cuore sarà entusiasmato dalla sua presenza; “Metti Cristo”: Lui ti accoglie nel Sacramento del perdono, con la sua misericordia, guarisce tutte le ferite del peccato.
Non avere paura di chiedere perdono a Dio” perché “Lui non si stanca mai di perdonarci, come un padre che ci ama. Dio è pura misericordia! “Metti Cristo”: Lui ti aspetta anche nell’Eucaristia, Sacramento della sua presenza, del suo sacrificio di amore, ti aspetta nell’umanità di tanti giovani che ti arricchiranno con la loro amicizia, ti incoraggeranno con la loro testimonianza di fede, ti insegneranno il linguaggio della carità, della bontà, del servizio”.
Anche tu caro giovane, caro giovane – ha ancora detto – “puoi essere un testimone gioioso del suo amore, un testimone coraggioso del suo Vangelo per portare in questo nostro mondo un po’ di luce. Lasciatevi trovare da Gesù! Lasciatevi amare da Gesù! E’ un amico che non tradisce”.
Il Papa ha concluso: “E’ bello per noi stare qui”, mettere Cristo nella nostra vita, mettere la fede, la speranza, l’amore che Lui ci dona. Cari amici, in questa celebrazione abbiamo accolto l’immagine di Nostra Signora Aparecida.
A Maria chiediamo che ci insegni a seguire Gesù, che ci insegni a essere discepoli e missionari.
Come Lei, vogliamo dire “sì” a Dio. Chiediamo al suo cuore di madre di intercedere per noi, affinché i nostri cuori siano disponibili ad amare Gesù e a farlo amare. Cari giovani, Gesù ci attende e conta su di noi! Amen”.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana