“Non si possono attribuire al Papa quelle singole espressioni”

Una nota della Clar, i religiosi latino-americani, cerca di fare chiarezza sulla “lobby gay”: “Dopo l’udienza avevamo preparato una sintesi sulla base dei ricordi dei partecipanti”. Ha scatenato come prevedibile un polverone la pubblicazione su un sito cileno, domenica scorsa, degli appunti dell’udienza privata tra papa Francesco e un gruppo di religiosi  latinoamericani, tanto che c’è già chi parla di fine della “luna di miele” tra il pontefice argentino e la sua  Chiesa. 

 

Ma mentre le parole di papa Bergoglio su corruzione  e una presunta ‘lobby gay’ in Vaticano – ma anche e forse soprattutto l’invito ai religiosi a non preoccuparsi eccessivamente di eventuali ispezioni da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede – continuano a far discutere, da Bogotà arriva la precisazione dei religiosi della Clar, la Confederación Latinoamericana y Caribeña de Religiosos y Religiosas, sulle origini del documento.

 

La Presidenza della Clar, si legge in un messaggio pubblicato sul sito della organizzazione e firmato dalla presidente, sorella Mercedes Leticia Casas Sánchez, dell’ordine delle Figlie dello Spirito Santo, e dal segretario, il padre lazzarista Gabriel Naranjo Salazar, “lamenta profondamente” la pubblicazione del testo, non destinato alla stampa, sull’incontro avuto col papa lo  scorso 6 giugno e esprime il suo dolore per la “confusione che ha potuto provocare”.

La conversazione durante l’udienza dello scorso 6 giugno, spiegano i religiosi, “si è sviluppata a partire da domande poste al papa dai presenti”. Non è stata fatta “nessuna registrazione” durante l’incontro ma, una volta terminato, i religiosi hanno preparato una “sintesi”sulla base dei “ricordi dei partecipanti”.

“Questa sintesi, che non include le domande poste al Santo Padre, era destinata alla memoria personale dei partecipanti e per nessun motivo alla pubblicazione, per la quale infatti non era stata richiesta alcuna autorizzazione”, sottolineano dalla Clar. Per questo, “non si possono attribuire al Santo Padre, con certezza, le espressioni singolari contenute nel testo, bensì solo il suo senso generale”.

 

Nessuna spiegazione dettagliata viene offerta, però, su come il testo sia finito al sito cileno Reflexión y Liberación, che l’ha messo online con una breve introduzione. In una email inviata ai media a Roma, i responsabili del sito difendono infatti la loro scelta di rendere il documento pubblico.

Dicono di avere ricevuto “qualche giorno fa” una “sintesi” della riunione: “Ci è sembrato che tale testo era in piena sintonia con ciò che ogni giorno sui grandi mezzi di comunicazione si scrive e s’informa su quanto dice e scrive Papa Francesco”, spiegano i responsabili. “Per questi motivi abbiamo pubblicato tale testo come una notizia rilevante, senza commenti aggiuntivi, con solo una breve presentazione per rilevare l’importanza di tale incontro”.

La nota si conclude con una citazione dal Vangelo di Matteo: “Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti”.

 

Da Oltretevere, per ora l’unico commento rimane quello offerto ieri dal portavoce padre Federico Lombardi: “L’incontro del Santo Padre con i membri della Presidenza della Clar era un incontro di carattere privato. Non ho quindi alcuna dichiarazione da fare sui contenuti della conversazione”.

Alessandro Speciale – Città del Vaticano

 

Fonte: Vatican Insider