MONTEMURLO. Poca comprensione per il sentire di una parte dei parrocchiani nella chiesa di Montemurlo. Le persone separate e le coppie conviventi stanno vivendo in questo periodo dei momenti spiacevoli: nel giorno della comunione dei figli, infatti, non potranno ricevere il sacramento della comunione. A confermarlo, tra le proteste di un fronte di genitori, il parroco di Montemurlo, padre Maurizio Vismara, durante la riunione avvenuta sabato scorso con le famiglie dei ragazzi che riceveranno il sacramento della comunione la prossima primavera.
Ligio al dettato del codice del diritto canonico, infatti, il sacerdote ha mostrato poca apertura nei confronti di coloro che si trovano in una condizione non convenzionale per la chiesa, (dunque separati o conviventi), escludendoli dalla possibilità di poter ricevere la comunione durante la messa e quindi anche durante la messa in cui i loro figli si avvicineranno per la prima volta alla comunione.
A sollevare dubbi e perplessità sulla rigida posizione del parroco molti genitori che erano presenti alla riunione e che hanno provato ad affrontare apertamente la questione chiedendo la valutazione dei singoli casi, per la quale dovranno attendere un incontro personale.
«Sono una mamma separata, e non per mia scelta – racconta una delle parrocchiane – ma sono credente e vivo con profondità il mio cammino di fede».
«Vengo dalla chiesa di Capezzana, dalla parrocchia di don Maggini, recentemente scomparso – aggiunge – ed ero abituata ad avere un parroco che si è sempre preoccupato di capire più il mio vissuto personale piuttosto che assecondare il rispetto della legge. Lui non mi ha mai posto condizioni così rigide. Ora che mi sono trasferita a Montemurlo, vivo con maggiore angoscia la mia situazione. Anche perché non posso contare sulla confidenza e sulla conoscenza che avevo a Capezzana».
«Sono – aggiunge la donna – profondamente religiosa e non posso pensare di non poter ricevere il sacramento della comunione in un giorno così importante per mia figlia. Cercherò un’altra parrocchia dove far ricevere a mia figlia il sacramento della cresima».
Dall’altra parte, padre Maurizio Vismara conferma quanto stabilito dal diritto canonico, cioè l’incompatibilità tra il sacramento della comunione e il fatto di non essere regolarmente sposati in chiesa o di essere separati.
Neanche le aperture di Papa Francesco, ribadite nel corso delle sue omelie ma di fatto mai siglate ufficialmente, sono servite per poter ottenere maggiore elasticità con il parroco. «Si tratterebbe – commenta un altro fedele – di mettere davanti al diritto canonico una certa opportunità pastorale, anziché la legge, così come, tra l’altro, si legge nel dettato evangelico: “la legge è fatta per l’uomo, non l’uomo per la legge”».
E se da un punto di vista giuridico il parroco ha ragione, dall’altra l’esclusione viene vissuta dai fedeli come un atto di non rispetto nei confronti delle persone. Il vangelo – dice un’altra parrocchiana – dovrebbe valere più del codice».
Fonte: Il Tirreno