Sì alle unioni civili, ma no a matrimonio e ad adozioni per le coppie dello stesso sesso. È questa la posizione degli italiani almeno per come essa emerge dall’ultimo sondaggio di Eurispes pubblicato nel Rapporto Italia 2015. Contestualmente – Secondo i dati resi noti dall’istituto – , l’86,6 per cento degli intervistati è favorevole al cosiddetto divorzio breve, mentre il 64,4 per cento pensa che le coppie di fatto dovrebbero essere tutelate.
Ma il dato più interessante è che cresce, invece, la percentuale degli italiani che si dicono contrari al matrimonio same-sex. Nel 2014, infatti, si esprimeva in senso contrario il 50,7 per cento degli intervistati, all’ultimo sondaggio la percentuale sale al 59,2.
Rimane stabile, ma altissima, la fetta di persone che sono contrarie con la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali: parliamo del 72,2 per cento.
Secondo i dati Eurispes, infine , il 47,2 per cento degli italiani è favorevole alla fecondazione eterologa, il 49,8 dice sì alla gestazione per altri e il 58,1% non è contrario alla pillola abortiva. Un’ampia maggioranza, invece, è favorevole alla legalizzazione della prostituzione: il 65, 5 per cento. Alte anche le percentuali dei favorevoli all’eutanasia e al testamento biologico, rispettivamente pari al 55,2 e al 67,5 per cento (Gay.it, 30 gennaio)
Fin qui i dati, alcuni noti, altri sorpredenti, altri ancora sconfortanti, quello che non ci si aspetta – o per lo meno stupisce un po’ – è la dichiarazione riportata dallo stesso articolo, del presidente dell’Arcigay: Flavio Romani.
“L’aumento della percentuale delle persone contrarie al matrimonio è riconducibile alla sovraesposizione mediatica dell’ala politicamente più avversa al riconoscimento di pari diritti, Mario Adinolfi in testa.
Nell’ultimo periodo è sempre più spesso ospite di trasmissioni televisive, mai con una controparte che esponga al pubblico le ragioni delle persone gay e lesbiche. Anzi, è frequente la presenza di soggetti presentati come terzi, ma che di fatto non fanno altro che avallare le sue teorie”.
Se così fosse sarebbe il capolavoro di un uomo solo, che in pochi mesi avrebbe spostato il 5-6% dell’opinione pubblica italiana.
Lo stesso interessato, Mario Adinolfi, però smentisce su Facebook e anzi spiega – con la sua consueta schiettezza – come la dichiarazione di Flavio Romani, sia un modo per mettere una moratoria sulla sua presenza in tv: “Io non so che programmi televisivi guardi il presidente di Arcigay, ce ne fosse stato anche solo uno in cui io abbia potuto esporre la mia posizione contraria al matrimonio gay senza avere semplicemente tutti contro.
Le solite cazzate dette a mo’ di avvertimento agli “amici”: non invitatelo più, Adinolfi è pericoloso. Però se aumenta il numero delle persone contrarie al matrimonio gay e il presidente di Arcigay pensa sia colpa mia, io me l’appendo al petto come una medaglia al valor civile”.
E se invece fosse la prova che parlandone, portando argomenti, costruendo una cultura diffusa per la vita e la famiglia temi come il matrimonio e la fecondazione eterologa, anche l’opinione pubblica più addormentata può ritrovare se stessa?
In fondo finora la comunicazione è stata a senso unico, diverse realtà editoriali si sono affacciate con pluralismo nel panorama mediatico italiano e hanno iniziato a fare controinformazione, o forse solo informazione…
Quello che fa una certa impressione l’attacco ad personam, segno di nervosismo e della ricerca di un nemico o peggio di un capro espiatorio? Si vedrà…
Fonte: Aleteia