Nasce Il Popolo della Famiglia, perché “l’Italia ha bisogno dei cattolici”

Il popolo della famigliaNon si arresta il fermento suscitato dai Family Day dei mesi scorsi e dalle iniziative di migliaia di genitori contro il gender nelle scuole. La Croce-quotidiano, il giornale diretto da Mario Adinolfi, ha aperto stamattina con una notizia esclusiva in prima pagina: la nascita de Il Popolo della Famiglia. Dinanzi all’approvazione delle unioni civili, a una proposta di legge per legalizzare le adozioni per tutti (omosessuali e single compresi), al tentativo di rendere il divorzio ancora più rapido, a quattro disegni di legge sull’eutanasia, il “popolo della famiglia” decide di allargare il campo della sua battaglia, dalle piazze ai seggi elettorali, presentandosi con delle proprie liste alle elezioni amministrative di primavera.

Lo stesso Adinolfi e Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita e anche lui tra gli organizzatori del Family Day, hanno firmato un appello per invitare i cittadini “a mettersi in marcia per fare quel che è giusto e salvare l’Italia dalla sua deriva verso il nulla”. A poche ore dall’annuncio, Adinolfi ne ha parlato a ZENIT.

***

Adinolfi, come nasce Il Popolo della Famiglia?

Nell’appello che con Gianfranco Amato abbiamo pubblicato oggi in prima pagina su La Croce lo abbiamo detto chiaramente: l’Italia ha bisogno dei cattolici. E il Popolo della Famiglia, che ha confini che vanno anche molto al di là del recinto confessionale ma parla a un orizzonte valoriale dell’intero Paese, è un soggetto che vuole offrire rappresentanza a chi viene costantemente tradito in Parlamento dal voto di “rappresentanti” che ignorano le esigenze concrete manifestate con chiarezza anche il 30 gennaio scorso al Circo Massimo. Eppure alcuni erano pure presenti in piazza…

Si fa riferimento nel comunicato all’aiuto di Dio e allo sguardo benevolo di Maria Vergine. Si potrebbe pensare che non si va al di là di quello che chiama “recinto confessionale”…

Chi segue le primarie americane in questi giorni sa che invocare l’aiuto di Dio è prassi in quell’agone politico, non se ne vergognano. Certo noi vogliamo indicare una ispirazione ben chiara ed una radice culturale evidente. E anche noi non ci vergogniamo di chiedere l’aiuto di Dio. Spero che questo non scandalizzi. Peraltro lo chiedo io, che sono l’ultimo dei peccatori e ne ho più bisogno degli altri.

Ieri a Roma si è tenuto un tavola rotonda a cui hanno partecipato altri organizzatori del Family Day: si è parlato di un possibile convegno, prima delle amministrative, per appoggiare quei politici che si spendono per la famiglia. La nascita de Il Popolo della Famiglia vi si pone in contrasto o è proprio il collettore di quella istanza?

Direi in tutta evidenza che è il collettore di quella istanza. Il Popolo della Famiglia accelera un processo necessario ed inevitabile, anche perché abbiamo un appuntamento da cui non si sfugge: le amministrative di primavera a cui non ci si poteva presentare senza una indicazione chiara, dopo tutto il percorso compiuto.

Oltre a lei e a Gianfranco Amato, chi altro degli organizzatori del Family Day farà parte di questo nuovo soggetto politico?

Avremo una riunione sabato o domenica dove saranno chiariti molti aspetti che in questo momento non sono pubblici. Da lunedì saremo operativi con una squadra definita.

Cosa risponderebbe a chi dovesse accusarvi di rincorrere poltrone, magari alludendo al fatto che tutta la vostra battaglia pro-famiglia era finalizzata sin dal principio al tornaconto elettorale?

Che ogni insulto decuplica le nostre energie. Io personalmente ne ricevo migliaia al giorno, anche perché ho deciso di espormi sui social network senza filtri, accettando qualsiasi critica e offesa. Ne sono arrivate di pesantissime, anche nei confronti della mia famiglia, persino verso la mia bambina più piccola che ha cinque anni. Devo dire che in queste ore di annuncio del simbolo e dell’impegno politico del Popolo della Famiglia ne sono arrivate di meno.

Mentre gli incoraggiamenti sono di migliaia di persone che già si sono dette disponibili a collaborare. Il bello del Popolo della Famiglia sarà questo, un’organizzazione tutta nata dal basso, nutrita da una spinta popolare naturale. Un unicum, nel panorama politico dei partiti spappolati odierni, tutti privi di entusiasmo. Noi ne abbiamo suscitato moltissimo in poche ore. Qualche malignità non lo smorza, perché è totalmente falsa.

Dato il poco tempo a disposizione prima delle amministrative, non temete che questa vostra proposta sia destinata a diventare l’ennesima “lista di scopo”, che dura il tempo di un’elezione e poi sparisce?

No, non credo. Il Popolo della Famiglia coglierà l’occasione delle amministrative per una prima strutturazione, per lanciare la rete sul territorio. Poi, cambierà la storia d’Italia.

Gli elettori troveranno le vostre liste in tutti i Comuni d’Italia, comprese le grandi città come Roma e Milano?

Sì, le nostre liste e i nostri candidati sindaco saranno presenti in tutte le città d’Italia. L’operazione sarà capillare. E poi a giugno vedremo se qualcuno che magari oggi fa il sorrisino trattandoci da velleitari, sorriderà ancora. Credo che in realtà sorrideremo noi, per aver dato speranza e futuro a un popolo che non ha nessuna voglia di rassegnarsi ad un’Italia lanciata verso il nulla.

Fonte: Zenit