La riforma della comunicazione vaticana «non passerà sulla testa delle persone»: lo ha assicurato mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, delineando, in occasione della sua prima presentazione del messaggio del Papa per la cinquantesima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, la futura creazione, all’interno del suo dicastero, di un dipartimento per la linea editoriale, uno per la tecnologia, uno per l’orientamento teologico-pastorale, oltre alla sala stampa e agli altri mass media del Vaticano, a partire dalla Radio vaticana.
La riforma, preannunciata nei mesi scorsi e accelerata con la creazione, lo scorso 27 giugno, della Segreteria per la Comunicazione, «è molto chiara sulla carta ed è stata approvata dal consiglio dei cardinali» che coadiuvano il Papa nella riforma della Curia, il cosiddetto C9, ed è «l’esito» del lavoro di istruttoria svolto nei mesi passati da diverse commissioni, ha detto Viganò in risposta ad una domanda, sottolineando che è stata assunto in particolare il lavoro di quella guidata da lord Chris Patten.
Ma il progetto di snellimento non può prescindere, ha proseguito il monsignore, dalle «storie personali» dei dipendenti vaticani nel settore della comunicazione: «Abbiamo 700 persone, 700 famiglie, 700 percorsi diversi» e «quando riusciremo a individuare un percorso di soluzione senza passare sulla testa delle persone lo presenteremo».
Mons. Viganò ha poi indicato diversi settori di competenza della Segreteria, a partire dall’attenzione alla Radio vaticana, garantita dal vice-direttore Giacomo Chisani, che da sola conta un personale di 335 dipendenti, e alla sala stampa vaticana, dove «un direttore c’è già» ha sottolineato Viganò indicando padre Federico Lombardi che gli sedeva accanto e moderava la conferenza stampa.
Il prefetto ha poi indicato la prossima nascita di altri tre «dipartimenti»: quello «tecnologico» che dovrà integrare orizzontalmente le competenze tecnologiche dei vari media vaticani al fine di «portare una visione unitaria, realizzate investimenti più performanti e non moltiplicare le iniziative»; quello «teologico-pastorale» che assumerà di fatto il lavoro svolto sinora dal Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali, dalla preparazione dei messaggi papali ai rapporti con le varie conferenze episcopali nazionali; e, infine, un dipartimento «editoriale» che possa «concertare sui vari media la comunicazione da dentro a fuori». Sottolineando che la riforma, sinora, è già proceduta con «il contributo e il coinvolgimento» di tutti, Viganò ha concluso sottolineando che «quando ci saranno le nomine» di questi nuovi dipartimenti la Segreteria per la comunicazione comunicherà le novità della riforma.
Nel corso della presentazione del messaggio papale, «Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo», mons. Viganò ha ricordato in particolare che quello di quest’anno segna il cinquantesimo anniversario della Giornata per le comunicazioni sociali che la Chiesa celebra dal Concilio vaticano II ed ha poi sottolineato, in particolare, il valore del silenzio, tanto con le parole di Benedetto XVI («Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto»), quanto Francesco che, sin dalla prima benedizione dal loggione di San Pietro la sera dell’elezione, ha alternato parole e silenzio.
Durante la conferenza stampa la biblista Marinella Perroni, docente di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, ha sottolineato da parte sua la necessità di evitare «luoghi comuni, trappole ideologiche e devozionismi» per comprendere autenticamente come comunicare la misericordia.
Il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, ha svolto una riflessione sulla comunicazione televisiva a partire dalla considerazione che il vero significato dello «share» è la «condivisione»: «In tanti anni di televisione se c’è una cosa che ho imparato è l’importanza non dello share in quanto tale, ma della sua qualità», ha detto.
E, rispondendo al giornalista che domandava se la televisione della Conferenza episcopale italiana dedicherà una trasmissione specifica al family day del prossimo 30 gennaio, ha risposto: «Sì».
Hanno assistito alla conferenza stampa moderata da padre Lombardi, tra gli altri, Greg Burke, vicedirettore della stampa vaticana da febbraio, portavoce della Cei, don Walter Insero, portavoce del vicariato di Roma, e mons. Claurio Maria Celli, presidente del pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali al quale mons. Viganò ha tributato un ringraziamento sottolineando di averlo «insistentemente» invitato a presentare il messaggio del Papa, «ma lui mi ha detto che per imparare a nuotare il bambino si deve tuffare in mare, e io – ha aggiunto con humor in merito al suo nuovo compito – spero di non annegare troppo presto».
Papa Francesco, intanto, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi il boss di Google Eric Schmidt ha ricevuto oggi per un quarto d’ora, sempre in forma strettamente privata, l’amministratore delegato di Apple Tim Cook.
Fonte: Vatican Insider