Ha avuto ampia eco, e non solo in Italia, la decisione del vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito, di sospendere lo svolgimento di tutte le processioni nella diocesi, dopo “l’inchino” della statua della Madonna davanti alla casa di un boss della ‘ndrangheta. Mons. Milito parla di questa sofferta decisione al microfono di Radio Vaticana.
R. – Semplicemente, per amore al mio popolo, perché in questi giorni credo che sia stato troppo in una sovraesposizione mediatica: per quanto il fatto in sé ha la sua gravità, non credo e non ritengo che dovesse avere una tale esposizione! Vanno cautelate le persone! Ci sarà pure chi pensa e agisce a modo suo, ma il nostro popolo non è questo, tant’è che la decisione di ieri – per quanto mi consta – è stata accolta benissimo. E’ stata una cautela. Il vescovo non si deve sentire costretto da nessuno: né dalla stampa né da altre sollecitazioni a prendere decisioni oppure a demandare.
D. – Dopo questa sospensione, pensa di rivedere il modo con cui vengono fatte queste processioni per escludere, all’interno, la presenza di ‘ndranghetisti, di mafiosi?
R. – La cura che noi avremo è quella di riprendere la legislazione che c’è, rafforzarla con nuove disposizioni e far sì che le cose vadano nel modo più lineare possibile, più onesto possibile e soprattutto il più ecclesiale possibile.
D. – Come ha preso le parole del Papa che ha giudicato gli ‘ndranghetisti e i mafiosi fuori dalla Chiesa?
R. – Il Papa ha fatto un’opera catechetica così bella… Il Papa, in fondo, fa prendere coscienza: “Siete appartenenti a questa realtà? Siete scomunicati, siete fuori dalla comunione della Chiesa!”.
Quindi non è una condanna a processo canonico, ma una costatazione che porta all’orizzonte della coscienza un fatto già operante. Siccome la parola “scomunica” non è molto difficile da capire, è chiaro che questo può colpire in senso positivo, speriamo… E’ chiarissimo! Nessuno può fare illazioni o dare interpretazioni diverse.
D. – Tornando a questa sua decisione di sospendere le processione, lei ha invitato in alternativa ad organizzare delle Adorazioni Eucaristiche: mi conferma questo?
R. – Al posto della processione – e ribadisco solo della processione! – ho detto: “Noi, in preghiera eucaristica, chiediamo al Signore, con lo schema che ci è stato dato, che nell’Eucaristia la Chiesa ritrovi se stessa, lontana da ogni altro clamore e chiasso e soprattutto con la libertà che le permette di agire come Dio vuole.
Noi non ci lasciamo condizionare! La preghiera – e non altro – è il clima in cui maturano le cose.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana