Il Ministro delle Pari Opportunità e dello Sport, Josefa Idem, vuole le unioni civili: «Tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti». Benissimo, d’accordo. Prima però ci tolga una curiosità, una soltanto: ma oggi chi caspita glieli nega, alle coppie conviventi (anche omosessuali), quei benedetti diritti? Non di certo il temuto Vaticano – che rimane pur sempre uno Stato straniero e quindi, anche volendo, non potrebbe esercitare alcuna resistenza – e men che meno lo Stato italiano che tutto è, su questo versante, meno che oscurantista.
Infatti, come fior di giuristi dicono inascoltati da mesi, anzi da anni, praticamente tutti o quasi quei diritti richiesti per le coppie di fatto sono presenti nell’ordinamento. Pronti, disponibili, accessibili anche subito: basta solo avere l’umiltà di informarsi, prima di agitare il solito spauracchio dell’Inquisizione.
Pensiamo ai diritti in materia successoria (esercitabili tramite testamento), al diritto di stipula di accordi di convivenza per interessi meritevoli di tutela (ex art. 1322 cc), di successione nel contratto di locazione a seguito della morte del titolare a favore del convivente (C.C. sent. n. 404/1988), di vista in carcere al partner (D.P.R 30 n. 230 del 2000), di risarcibilità del convivente omosessuale per fatto illecito del terzo (Cfr. Cass., sez. unite Civ., sent. 26972/08, Cass. III sez. pen. n. 23725/08), di obbligo di informazione da parte dei medici per eventuali trapianti al convivente (L. n. 91 1999), di permessi retribuiti per decesso o per grave infermità del convivente (L.n. 53 2000), di nomina di amministratore di sostegno (artt. 408 e 417 c.c), di astensione dalla testimonianza in sede penale (art. 199, terzo comma, c.p.p.), di proporre domanda di grazia (art. 680 c.p.).
E potremmo continuare ancora a lungo enumerando leggi e sentenze, se non ci fosse il serio rischio di abusare della pazienza dei lettori; se non fosse già palese che quella dei «diritti negati» è una bufala buona solo per sponsorizzare le unioni civili ed attaccare indirettamente (ma neanche tanto) la famiglia fondata sul matrimonio in un Paese, l’Italia, dove per la famiglia lo Stato già spende poco o niente e pure male.
Dove se una donna incinta decide di abortire lo può fare benissimo gratis, paga Pantalone, mentre se sceglie di tenere il suo bambino è gentilmente pregata di arrangiarsi. Dove gli sgravi fiscali, quei pochi che ci sono, le coppie sposate spesso li conseguono dopo che si sono lasciate. Dove se contesti la presunta assenza dei diritti delle coppie di fatto sei oscurantista, ma se sorvoli sul diritto alla vita negato ogni anno a 130.000 tuoi concittadini rei di non essere ancora nati, sei rock. E magari ti fanno pure Ministro.
Fonte: il blog di Giuliano Guzzo