Aveva criticato i talebani per le violenze scatenate nella valle dello Swat, e lo aveva fatto apertamente, senza paura e ieri, per vendetta, i miliziani le hanno sparato, colpendola al collo e alla testa. Malala Yousafzai, 14 anni, è sopravvissuta all’attacco, è stata operata con successo a Peshawar e nei prossimi giorni sarà trasferita all’estero per ulteriori cure.
Malala — che già a undici anni aveva scritto per la Bbc un diario in urdu per condannare le efferatezze talebane — è ora divenuta il simbolo di un coraggio indomito che, a anche a rischio della propria vita, osa sfidare la logica della violenza e della prevaricazione. Il primo ministro, Raja Pervez Ashraf, ha dichiarato che Malala è come una figlia. Ha il coraggio di combattere la mentalità dell’omertà, ha affermato, per poi chiedersi: «Se questa mentalità dovesse prevalere, quali figlie sarebbero al sicuro?». Proprio per il suo impegno Malala aveva già vinto un premio nazionale. E adesso il Pakistan, ma non solo, riconosce in lei un modello.
Fonte: L’Osservatore Romano