Avvengono cose strane. Matteo Salvini è indagato per aver impedito, per qualche giorno, lo sbarco a terra dei migranti della Diciotti, trattenuti a bordo in attesa di ottenere ricollocamenti nei Paesi UE come (a parole) stabiliscono gli accordi. La UE – si sa – ha risposto picche all’Italia dicendo: affari vostri, ce ne infischiamo.
Tuttavia, dopo che quei migranti sono sbarcati in Italia e dal centro di Rocca di papa si sono resi irreperibili (forse diretti in Germania o Francia), la portavoce della Commissione UE per l’Immigrazione, Tove Ernst, ha tuonato che essi “potevano essere trattenuti in centri di detenzione per evitarne la fuga. Siamo stati chiari” ha aggiunto “nel sottolineare che, quando serve, la detenzione può essere utilizzata per facilitare l’identificazione dei migranti e per impedire che spariscano. Abbiamo chiesto a tutti gli Stati membri, inclusa l’Italia, di fornire centri di accoglienza adeguati, che comprendano la detenzione”.
Non so se la magistratura un giorno indagherà anche la Commissione Europea, nel caso in cui venga eseguita questa direttiva UE. Però da tutto questo quadro si deduce che il governo italiano non può trattenere i migranti sulla nave se vogliono sbarcare in Italia, ma dovrebbe mettere quegli stessi migranti in centri di detenzione per impedire loro andarsene in altri paesi europei.
Tuttavia così potrà finire di nuovo sotto indagine della magistratura. Non è contraddittorio? E non vi pare che il governo italiano si trovi con le mani legate? Che fine fa il mandato ricevuto dagli elettori sull’immigrazione? E il programma di governo?
E’ evidente che c’è una colossale questione politica, non giudiziaria, e sbaglia l’esecutivo M5S-Lega a non affrontarla come tale scaricando tutto sul “Salvini indagato”.
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Infatti Salvini è indagato, ma non ha agito per la Diciotti come privato cittadino, bensì come ministro. Tutto il governo, con lui, ha deciso, condiviso e sostenuto quella linea.
Ieri il vicepremier grillino Di Maio ha dichiarato: “abbiamo preso una decisione politica tutti quanti assieme sulla nave Diciotti e la portiamo avanti tutti quanti assieme”.
Ma allora perché non è indagato tutto il governo? E perché il governo nel suo insieme non si schiera apertamente e incondizionatamente col ministro dell’Interno, assumendosi tutta la responsabilità politica dei propri atti?
L’esecutivo è stato davvero compatto sulla Diciotti. Una linea collegiale e ufficiale vigorosamente affermata da Conte e Di Maio, con Salvini.
CRONISTORIA DEL PREMIER
Il 22 agosto il premier Conte dichiarava polemicamente:
“Ma l’Europa vuole battere un colpo? Le istituzioni europee, che pure su mia sollecitazione avevano accolto l’idea di una cabina di regia, cosa aspettano a intervenire per operare la redistribuzione dei migranti che sono a bordo della nave italiana Diciotti, ancorata nel porto di Catania? Ancora una volta l’Italia sta mostrando il suo volto umanitario, ma il prezzo non può essere il rimanere abbandonata a se stessa”.
Il 24 agosto commentava così la fallimentare riunione della Commissione europea:
“L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei princìpi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo”.
Poi spiegava:
“non è stato dato alcun seguito alle Conclusioni deliberate nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno… Eppure è noto a tutti che l’Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti”.
Infine il premier lanciava il guanto di sfida:
“Se questi sono i ‘fatti’ vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze”.
E il giorno dopo, il 25 agosto, dettagliava tali conseguenze del caso Diciotti:
“Siamo al lavoro per porre una riserva all’adesione dell’Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione. A queste condizioni, l’Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale”.
I FULMINI DI DI MAIO
Il vicepremier Di Maio era ancora più esplicito e dirompente:
“A questo punto l’Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa. L’Unione Europea non vuole ottemperare ai principi concordarti nell’ultimo consiglio europeo? Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Ue. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo più affrontare da soli. I confini dell’Italia sono i confini dell’Europa. Agli italiani non chiederemo un centesimo di più. Lo dico da capo politico del M5S: visto che la Ue non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all’anno che pretendono“.
L’Italia – come sappiamo – ha dovuto risolvere il caso Diciotti senza la UE (grazie alla collaborazione di Albania, Irlanda e Cei) e il governo ha gestito compattamente questa soluzione.
C’è un video del 26 agosto in cui Luigi di Maio spiega bene questa linea condivisa:
“In questi giorni non è mancata la compattezza del governo. Devo ringraziare il ministro degli Esteri Moavero e il presidente del Consiglio Conte, perché abbiamo fatto un gioco di squadra. Un gioco di squadra che sarà molto importante anche sugli altri tavoli delle altre emergenze che abbiamo in Italia”.
Poi ha ripreso:
“quando in questi giorni ho sempre ripetuto che il governo era compatto prima di tutto (l’ho detto) perché era vero, cioè eravamo compatti sulla linea da tenere: redistribuire i migranti. E ci siamo riusciti in pochi giorni ed è solo questo il motivo per cui la Diciotti non ha fatto sbarcare subito i migranti a bordo”.
Di Maio ha aggiunto:
“Ho ripetuto che questo governo era compatto anche perché bisognava contrattare con altri paesi e un governo compatto quando contratta con altri paesi ottiene risultati, quando invece è diviso gli atri paesi non sanno nemmeno con quale ministro parlare. Ve lo ripeto: il governo è stato ed è compatto sulle decisioni che abbiamo preso. Ci assumiamo tutte le responsabilità sugli atti che abbiamo portato avanti in questi giorni sulla Diciotti”.
Conclusione? Il solo ministro Salvini è indagato, mentre il governo resta silente.
CAPRO ESPIATORIO
Dov’è quella assunzione di responsabilità collegiale? Il governo avrebbe dovuto dire: solidarietà a Salvini, indagateci in quanto governo. Invece nulla.
Anzi ora Di Maio dichiara: “ci vuole rispetto per la magistratura”. Certo, va rispettata la magistratura, ma vanno rispettati tutti. Anche gli italiani. E pure il buon senso.
Possibile che venga indagato un ministro per una decisione collegiale del governo e il presidente del Consiglio non abbia nulla da dichiarare?
Eppure l’art. 95 della Costituzione recita: “Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri”.
Perché Conte non si assume la responsabilità politica, come governo, della vicenda Diciotti?
Se un esecutivo, nella sua collegialità, non è capace di rivendicare e difendere le sue prerogative e le sue scelte politiche è destinato a fallire, a deludere presto gli elettori e ad avere vita breve. Perché è un vaso di coccio tra vasi di ferro.
POST SCRIPTUM
Conte dovrebbe anche dirci se il minacciato taglio di fondi alla UE sarà fatto, visto che la UE ha risposto picche ai ricollocamenti, oppure se erano solo parole.
Antonio Socci
Da “Libero”, 9 settembre 2018
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