L’anziano protagonista dello spot pubblicitario di una nota azienda produttrice di chewingum, apparso l’anno scorso sugli schermi televisivi e replicato di recente, si sbottona la camicia e dice, mostrando il reggiseno: «Figliolo, c’è una cosa che devo dirti. Io non sono tuo padre. Sono tua madre». «E io sono una marionetta…», risponde il figlio. La scenetta ‒ pur demenziale, fortemente diseducativa e generatrice di confusione psicologica soprattutto per i bambini che la guardano ‒ ci fornisce la chiave di lettura di quel che siamo diventati: dei burattini nelle mani di questa cultura irriverente verso la dignità umana che va sotto il nome di relativismo.
Fonte: Corrispondenza Romana