Sul sito dell’UNAR (http://www.unar.it/), che opera nell’ambito del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, il 30 aprile è stato pubblicato il documento “Verso una strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” di utile lettura per comprendere come, a cominciare dalla scuola, si porterà avanti anche in Italia il superamento delle differenze di sesso e di genere.
Niente di nuovo rispetto alla vera e propria aggressione condotta a tutti i livelli da parte delle ormai note organizzazioni e lobby internazionali alle società civili europee, che hanno instaurato quasi ovunque quella che non è esagerato definire “dittatura gay”.
Tuttavia si sbaglia chi pensa che i paladini dei “nuovi diritti” si fermeranno a quelli del “gender”. Le prossime battaglie saranno per liberalizzare la pedofilia e l’incesto. Almeno questo è ciò che lascia presagire il documento dell’UNAR.
A pag 47 di tale documento infatti un paragrafo è dedicato al “Diritto al rispetto della vita privata familiare” (reperibile nel sito UNAR in “Attività”, “Azioni Positive”, ndr) e vi si legge:
(…) 18. Gli stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali, dovrebbero inoltre adottare misure appropriate al fine di abrogare, emendare o applicare in modo compatibile con il principio di non discriminazione qualsiasi disposizione di diritto penale che possa, nella sua formulazione, dare luogo a un’applicazione discriminatori.