La preghiera dell’imam all’incontro col Papa: “Allah, facci battere gli infedeli” – di Sergio Rame

Non si trova in mosche, ma nei Giardini vaticani e, a qualche metro da lui, c’è anche papa Francesco. È l’8 giugno, domenica di Pentecoste. In Vaticano, a pregare col Pontefice per la pace in Medioriente, ci sono Abu Mazen e Shimon Peres. Ma la Sura II pronunciata dall’imam non è stata concordata.

 Si tratta di uno strappo al protocollo che in molti hanno avvertito come un affronto.

L’incidente, riportato da Andrea Morigi su Libero, è stato a lungo tenuto sotto traccia. Il testo letto dall’imam sunnita palestinese non era quello concordato e i toni duri contro i miscredenti non sono certo in linea con lo spirito della giornata promossa da Bergoglio durante il viaggio in Terrasanta.

“Lì per lì – racconta Morigi – i dignitari delle tre religioni monoteiste non si scompongono. Quelli che conoscono l’arabo fanno finta di nulla, anche se le riprese filmate dell’evento li mostrano decisamente imbarazzati”. Papa Francesco, invece, non è in grado di cogliere l’entità dell’accaduto.

A livello ufficiale lo strappo viene subito minimizzato: padre Bernd Hagenkord, gesuita responsabile delle trasmissioni in tedesco di Radio Vaticana, cerca di dare un’altra lettura alla Sura II del Corano. Peccato che il passaggio letto dall’imam venga immediatamente censurato proprio da Radio Vaticana.

A far scoppiare lo scandalo ci pensa Hamed Abdel-Samad, uno scrittore arabo-tedesco che traduce il versetto e lo pubblica in rete.

Sergio Rame

 

articolo pubblicato su il Giornale.it