Il dogma dell’’Immacolata Concezione interessa anzitutto i credenti, stabilendo come Maria, madre di Gesù, sin dal suo concepimento sia stata preservata dal peccato originale. C’è però anche un secondo aspetto, a proposito di questo dogma, sul quale può essere utile riflettere e che interessa anche coloro che credenti non sono: si tratta di una lezione “femminista”, se così possiamo dire, da parte della Chiesa.
Infatti, l’Immacolata Concezione vuole che l’unica persona – l’unica – concepita senza peccato sia una donna: Maria, appunto. Ed è sempre la Chiesa, festeggiando l’Assunzione, a ricordarci che l’unica persona – l’unica – assunta in Cielo in anima e corpo sia sempre Maria, una donna. Si badi che in nessun’altra religione, al di fuori del Cristianesimo, ad una donna – che non era e non è una divinità – è riservato un simile, esaltante privilegio.
Certo, a ben vedere vi sono pure ascensioni veterotestamentarie tutte maschili; ma fra ascensioni e Assunzione, come la teologia biblica ben chiarisce, c’è parecchia differenza. E non finisce qui.
Tornando all’Immacolata Concezione va difatti inoltre ricordato come, per quanti hanno il dono della fede, questo dogma proclamato nel 1854 sia stato poi confermato da due apparizioni mariane – quelle di Rue du Bac e di Lourdes – che ebbero proprio in due donne, rispettivamente Catherine Labouré (1806-1876) e Bernadette Soubirous (1844 –1879), le privilegiate protagoniste.
Chi dunque seguita a ritenere la Chiesa un’istituzione maschilista ed ostile alle donne farebbe bene, magari approfittando proprio di questo 8 dicembre, ad informarsi giacché – come insegnava il mitico Alberto Manzi (1924-1997) – non è mai troppo tardi. Soprattutto quando si tratta di abbattere insensati pregiudizi iniziando finalmente a guardare le cose da un altro punto di vista.
Fonte: il blog di Giuliano Guzzo