L’odio dell’intelligentia cattolica, gerarchie comprese, per Salvini è palpabile e dichiarato. Guerra, dunque. Impagliazzo del Sant’Egidio lo bacchetta per i rom di Roma su Avvenire. Padre Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica osteggia la sua pretesa di mettere i crocifissi negli uffici pubblici e nelle aule scolastiche. Famiglia cristiana cerca di esorcizzarlo e lo sbatte in copertina come indemoniato.
Si dirà che si tratta di figure della sinistra ecclesiale, ma anche la Cei ha titolato la sua ultima uscita «Migranti, dalla paura all’accoglienza». La posizione del papa, sul cavallo di battaglia principale di Salvini, è nota, e Francesco non perde occasione di ribadirla: un naufragio nel Mediterraneo e si ricomincia col tormentone dei ponti e non dei muri.
La cosa curiosa, e sulla quale i soggetti nominati non riflettono affatto, è lo scollamento totale tra loro e il c.d. «popolo di Dio» della cui rappresentanza pur si sentono investiti. Salvini e la sua Lega hanno avuto una valanga di voti, e di più ne avrebbero avuti in caso di elezioni ripetute.
I voti che non hanno avuto loro sono andati ai Cinque Stelle. Ora, delle due l’una: o i cattolici italiani sono spariti o sono loro che hanno votato Lega e M5S. C’è un sentire popolare, insomma, che Lega e M5S hanno intercettato, e che ormai se ne frega perfino degli appelli del papa.
E’ un bel problema, dunque, per un’aristocrazia cattolica che, elettoralmente parlando, sta col Pd. La gente va a messa (non è vero che le chiese sono vuote, anzi, sono sempre strapiene: provare per credere), ascolta zitta e disciplinata quel che dice il prete, fa la comunione (in massa, sono pochissimi quelli che non la fanno) ma poi, nel segreto dell’urna, vota Salvini. Cioè, fa il contrario di quel che dice l’aristocrazia cattolica, papa compreso.
Se fossi nei panni della Cei, prima ordinerei un bel sondaggio, tanto per tastare il polso ai sudditi. Poi, sentiti gli umori del popolo cattolico, esternerei, se possibile di conseguenza. Si dirà che il clero, nel predicare, non può dipendere dai sondaggi. Giusto.
Ma allora, da cosa dipende? Un tempo si sarebbe detto «dalla dottrina», ma adesso la dottrina è stata accantonata, perché «non è una clava da usare contro i fedeli» (ipse dixit). «Avviare processi è più importante per la Chiesa che gestire spazi», ha ricordato Spadaro ribadendo che «chi dopo cinque anni si aspetta ancora che la Chiesa costruisca il suo ospedale, cessando di essere l’ospedale da campo di cui ha parlato il papa, non ha capito nulla della Chiesa, che o è ospedale da campo o non è più Chiesa».
Così il direttore di Civiltà Cattolica alla presentazione del Quaderno di «Limes» Francesco e lo stato della Chiesa (clicca qui).
Avviare processi. Ospedale da campo. Boh. Che il fedele comune si senta disorientato è dire il meno. Salvini è un satanasso perché non vuole i porti spalancati all’Africa? Qui non c’è bisogno di sondaggi, basta andare a vedere quante copie perde Famiglia cristiana e quanti consensi guadagna Salvini. Salvini vuol ripristinare il crocifisso nella scuole, e il fedele comune che fa? Ne gioisce.
Invece padre Spadaro twitta: «Usare il crocifisso come un Big Jim qualunque è blasfemo. La croce è segno di protesta contro peccato, violenza, ingiustizia e morte. Non è mai un segno identitario. Grida l’amore al nemico e l’accoglienza incondizionata. E’ l’abbraccio di Dio senza difese. Giù le mani».
Blasfemo, addirittura. Morale: il papa, i vescovi e i preti vanno da una parte, mentre il loro popolo va in tutt’altra direzione. Infatti, a proposito della croce, c’è tutta una serie, cospicua, di nazioni che l’hanno messo nella bandiera. Quale, appunto, segno di identità.
Faccio personalmente parte di una schiera di convertiti, che si sono convertiti alla Chiesa, non a una ong assistenziale. Salvini non ha capito che la Chiesa avvia processi, è un ospedale da campo e non sopporta il crocifisso sui muri pubblici?
E’ in numerosa compagnia, e prima o poi salterà fuori, così continuando, qualche testa calda che proclamerà lo sciopero dell’8xmille. Allora i sondaggi diventeranno importanti anche per le eminenze loro.