Il “caso Biancofiore” non dovrebbe lasciare più dubbi sul fatto che viviamo sotto la dittatura dei gay. Il fatto è semplice: nella schiera dei sottosegretari, il presidente del Consiglio Enrico Letta inserisce Michaela Biancofiore (PDL) al ministero per le Pari opportunità. Immediatamente le organizzazioni gay aprono una polemica infuocata contro la nomina, con giudizi molto pesanti sulla Biancofiore, accusata di essere omofoba e quindi inadatta al ministero per le Pari opportunità.
Come capo d’accusa una vecchia intervista in cui si diceva contraria al matrimonio gay. Si può essere etichettati come omofobi per questo? Evidentemente si può, e già questo basterebbe per svegliare le coscienze e rendersi conto di dove stiamo andando: c’è una Costituzione, tanto idolatrata quando fa comodo, che afferma che esiste solo la famiglia naturale, quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna; ma chi difende questo articolo è già etichettato con quella che oggi è la peggiore delle infamie, omofobo, e giudicato indegno di far parte del governo.
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