La crociata di Vendola contro gli obiettori

I maggiori nemici di Nichi Vendola, non sono i ricchi, che vuole all’inferno, né Monti, al quale indirizza lettere di “apertura”, per poi accusarlo dei peggiori misfatti. I suoi nemici sono gli obiettori di coscienza all’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

 

“Sui consultori dobbiamo portare avanti una battaglia politica e culturale. Dobbiamo lottare perché si possa ripristinare il diritto alla salute della donna. C’è un sistema pubblico militarizzato dagli obiettori – dice – e un sistema privato in cui la legge 194 sull’aborto va a gonfie vele. Questa è di fatto una gigantesca ipocrisia”, dichiara Vendola, che nei giorni scorsi fa rispolverare una delibera che aveva fatto adottare dalla sua giunta nel 2009, che proibisce ai medici obiettori e alle ostetriche obiettrici di coscienza di svolgere la professione all’interno dei consultori, in nome del “potenziamento del percorso di nascita” (!).

 

Si porta quindi avanti la riforma del sistema consultoriale di Bari, inserendo nuovi medici, tutti non obiettori. Una “piccola rivoluzione”, la definisce. L’assessore regionale alla Sanità, afferma: “Finalmente una buona notizia. Il lavoro della Asl consente ai consultori di svolgere il lavoro per cui sono nati. Questo non vuol dire discriminare – aggiunge l’assessore, rivolgendosi alle associazioni cattoliche – ma affermare il diritto delle donne alla interruzione volontaria di gravidanza”. Il diritto all’aborto è così strenuamente difeso e sancito. Contro tutto e tutti. Senza remore. In nome della libertà (non inneggia a questo la lista del Presidente della Regione Puglia?), che diventa desiderio.

 

Quella di Vendola a favore dell’aborto è una crociata. La Nordic Pharma, l’azienda che distribuisce la pillola abortiva RU 486 in Italia, ha diffuso, all’inizio dell’anno, le statistiche di utilizzo regione per regione: circa il il 50% (4.848) del totale delle confezioni vendute, sono state distribuite in tre Regioni: Piemonte (2.322), Puglia (1.486), Toscana (1.040). La regione Puglia, che è seconda in assoluto nella classifica, fin dal 2006 ha reso possibile sperimentare la pillola abortiva in due ospedali pubblici regionali e Nichi Vendola, che sulla questione dell’ILVA, dice: “Bisogna capovolgere l’impostazione e mettere al centro il valore incommensurabile della vita e della salute. Poi viene tutto il resto”, della legge 194 sull’interruzione di gravidanza, dopo la sentenza del luglio scorso della Corte Costituzionale, sostiene, invece: ”Cercavano di affossare legge di civiltà contro dramma aborto e di rimettere il corpo delle donne sul banco degli accusati. Non ci sono riusciti”.

 

Il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia, sulla base dei dati contenuti nella Relazione del Ministro della Salute dell’ottobre scorso sullo stato di attuazione della legge 194, ha fatto rilevare che in Puglia, nel 2010, gli aborti sono aumentati. Il tasso di abortività, ovvero il numero di aborti per mille donne in età fertile, è passato dal 9.7 del 2009 al 9.8 del 2010, a fronte di un 8.3 medio nazionale e di un 8.0 registrato nelle regioni meridionali; il rapporto di abortività, ovvero il numero di IVG per mille nati vivi, fatto registrare nel 2010, è stato di 270.2 aborti, contro i 267.9 del 2009, a fronte delle 208.3 interruzioni per mille bambini nati vivi verificatesi mediamente in tutta Italia.

 

Nella fascia di età tra i 18 ed i 49 anni, il tasso di abortività è addirittura di 10.3. Sono numeri che collocano la Puglia tra le regioni italiane in cui si ricorre più spesso all’aborto, dopo Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, mentre le donne pugliesi fanno registrare un tasso di fecondità fra i più bassi d’Italia: 36.4. In Puglia, solo il 15% delle donne che richiede l’IVG si rivolge a un Consultorio Familiare pubblico: il dato più basso d’Italia. I consultori retti dal privato sociale, no profit, già riconosciuti dalla Regione e dichiarati “parte integrante del servizio sanitario pubblico integrato” dal Piano regionale di salute – che ha soppresso una ventina di ospedali, per fronteggiare i costi di un settore che superano l’80% del bilancio regionale, con liste di attesa che durano mesi o anni – sono ancora in attesa dell’accreditamento.

 

L’ultimo comunista del terzo millennio – uomo molto pragmatico, che si batte per l’acqua pubblica, ma privatizza gli aeroporti pugliesi, che si fa paladino dell’intervento statale nell’economia reale, ma che avrebbe voluto costruire con il San Raffaele il più grande polo ospedaliero a sistema misto del Mezzogiorno – solo sui principi del diritto naturale mostra la sua ortodossia. Se ne vuole sbarazzare. Si impegna ad “estendere”. Che cosa? “La scelta, libera e responsabile della donna ad abortire”; “i reati di omofobia e transfobia”; “il matrimonio civile anche alle coppie omosessuali”; “il diritto all’omogenitorialità alle coppie di persone omosessuali, ovvero al legame, di diritto o di fatto, con uno o più bambini” (sia figli biologici che adottati)”. Questo è il suo “itinerario” di libertà.

 

Al Papa, che afferma nel messaggio per la giornata della pace, “La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”, Vendola manda a dire: “L’omofobia è una fabbrica di intolleranza e di violenza. Perchè far finta di nulla? Perchè chiudersi a riccio nella difesa dei propri dogmi? Non siamo chiamati a costruire quella convivialità delle differenze che ci educa alla pace e alla libertà? Vorrei chiedere alla Chiesa Cattolica perchè questa fuga dal dialogo, dall’ascolto, dal confronto? In fondo anche gli inquilini del Sacro Soglio più volte hanno sbagliato nel corso della storia. Mi permetto di citare il verso di una preghiera: Signore salvami dall’imperizia di chi salva i principi e uccide le persone”.

 

Insomma, il cattolico Vendola – che i Paolini due anni fa fanno diventare, accanto a Madre Teresa di Calcutta, al cardinale Van Thuan, a Charles de Foucauld, testimone della quaresima nel loro Sussidio liturgico-pastorale diretto principalmente ai sacerdoti, strumento per preparare le omelie del tempo liturgico penitenziale – non è dissimile da Rosy Bindi, la Presidente del PD, di cui è alleato. Entrambi sono “cattolici adulti”. Solo che il primo vuole sposare il suo compagno e magari adottare bambini, la seconda dice, più prudentemente: ”Noi regoleremo le unioni civili, anche quelle omosessuali. Dobbiamo fare insieme un grande sforzo italiano per dare finalmente non mezzi diritti, ma diritti. E ritengo debba essere un impegno. Il Pd lo ha già assunto e lo porterà avanti nella prossima legislatura”.

 

Al loro programma di governo di una società italiana quasi interamente secolarizzata, si contrappongono come macigni queste parole di Benedetto XVI, pronunciate nel febbraio dello scorso anno: “(…) Certo, in questi ultimi decenni, abbiamo vissuto anche un altro uso della parola ‘fede adulta’. Si parla di ‘fede adulta’, cioè emancipata dal Magistero della Chiesa. Fino a quando sono sotto la madre, sono fanciullo, devo emanciparmi; emancipato dal Magistero, sono finalmente adulto. Ma il risultato non è una fede adulta, il risultato è la dipendenza dalle onde del mondo, dalle opinioni del mondo, dalla dittatura dei mezzi di comunicazione, dall’opinione che tutti pensano e vogliono.

 

Non è vera emancipazione, l’emancipazione dalla comunione del Corpo di Cristo! Al contrario, è cadere sotto la dittatura delle onde, del vento del mondo. La vera emancipazione è proprio liberarsi da questa dittatura, nella libertà dei figli di Dio che credono insieme nel Corpo di Cristo, con il Cristo Risorto, e vedono così la realtà, e sono capaci di rispondere alle sfide del nostro tempo”. Guardiamoci, quindi, dalle opinioni del mondo che insegue Vendola, con i suoi alleati e da questa dittatura che propone.

 

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana