Una breve intervista al cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, a proposito di Medjugorje e la commissione di indagine internazionale. Ho avvicinato il cardinale, al termine della visita di Papa Francesco a Redipuglia, il 13 settembre appena trascorso. Con la sua simpatia e cordialità, non ha indugiato nell’affermare di aver fiducia nel Signore e al Suo progetto che vede Medjugorje come scenario principale.
«Hanno ben lavorato» – riferendosi alla commissione vaticana – «E poi la saggezza della Chiesa ci darà la parola (si pronuncerà – ndr). Pregare ed aver fiducia». Alla richiesta di salvaguardare Medjugorje , in riferimento ai buoni frutti spirituali sicuramente presenti, ma alle volte offuscati da situazioni meno celestiali, non esita nel confidare sulla presenza della Vergine Maria: «C’è la Gospa, c’è la Gospa! Non siamo soli! Il Signore si occupa del suo popolo. Abbiamo fiducia!»
Esplicitamente il cardinale confida nella presenza di Maria a Medjugorje e nel suo aiuto a portare a compimento il disegno del Signore, che non abbandonerà mai il suo popolo.
A telecamera spenta, ha voluto confidarci la situazione attuale in Vaticano: «Papa Francesco, ci ha chiamato a sé.» – mimando il caratteristico gesto della mano a palmo in giù con le dita che si piegano repentinamente – «Gli abbiamo sottoposto tutta la documentazione ed ora la sta esaminando. Non è detto che si pronunci nell’immediatezza: forse può trascorrere un anno o anche più.»
Quindi, era noto che la commissione avesse concluso il suo compito a gennaio di quest’anno, raccogliendo tutte le testimonianze ed informazioni su Medjugorje, ma si pensava (o probabilmente qualcuno “sperava”) che il pronunciamento in merito da parte del Santo Padre, fosse imminente.
Probabilmente bisognerà attendere ancora molto tempo. «Non preoccupiamoci nel frattempo» – ha concluso il cardinale Christoph Schönborn – «e andiamo a Medjugorje con fede: l’importante è la fede!»
Anche al cardinale Angelo Bagnasco ho rivolto alcune domande sugli stessi temi. Il suo punto di vista, certamente meno passionale di quello di Schönborn, si basa sulla constatazione oggettiva delle numerose conversioni che là avvengono, senza toccare argomentazioni delicate quali la presenza o meno di Maria a Medjugorje. Risposta diplomatica che tanto piace alla Chiesa.
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