Tre nuovi attacchi anticristiani in tre Stati diversi testimoniano “il triste aumento dell’intolleranza religiosa” in India. È il commento di Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), a episodi di violenza compiuti da ultranazionalisti indù in Maharashtra, Karnataka e Haryana, tutti avvenuti il 15 luglio scorso. L’incidente più grave – riferisce l’agenzia AsiaNews – è accaduto nel villaggio di Sainagara (Karnataka).
Il rev. Nathaniel Shubas, pastore pentecostale della Immanuel Prayer Hall, ha organizzato un servizio di preghiera, a cui hanno partecipato una ventina di persone. Durante la predica, testimoni raccontano di aver visto un uomo entrare, registrare quanto il pastore stava dicendo, per uscire poco dopo. Nel giro di dieci minuti, questa persona è tornata accompagnata da più di 20 attivisti del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) e del Bajrang Dal, gruppi che costituiscono il “braccio armato” del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito ultranazionalista indù). Questi hanno iniziato a pestare e insultare il rev. Shubas, e lo hanno poi trascinato per oltre un chilometro, fino alla stazione di polizia di Vidyanagara. Qui lo hanno accusato di praticare conversioni forzate di indù al cristianesimo. Gli agenti hanno arrestato l’uomo in base all’art. 295A (“atti deliberati e maligni, volti a offendere i sentimenti religiosi o qualunque classe sociale, insultando la sua fede o credo religioso”).
Il secondo episodio di violenza è avvenuto nel villaggio tribale di Thavalpada (Maharashtra). Circa dieci indù hanno aggredito 50 cristiani, impegnati a intonare canti devozionali. Gli aggressori erano guidati da Eknath Jhugare, leader locale del Bjp. A differenza del caso del Karnataka, questa volta la polizia ha arrestato gli aggressori. Sempre il 15 luglio, nel villaggio di Patli Dabar (distretto di Sirsa, Haryana) alcuni indù hanno demolito una Chiesa pentecostale in costruzione, la Messiah Samiti, sostenendo che gran parte degli abitanti del villaggio era contraria alla sua edificazione. Per Sajan George, è evidente che “i gruppi ultranazionalisti indù si sentono sempre più liberi di attaccare i cristiani durante i loro servizi di preghiera. La crescente protezione politica di cui godono è causa di grande preoccupazione”. (R.P.)
Fonte: Radio Vaticana