Avverrebbe «un’insostenibile e perversa interpretazione del trattato» sulle torture qualora l’Onu accogliesse le richieste delle associazioni che in questi giorni chiedono che le Nazioni Unite prendano decisioni contro il Vaticano e la linea con cui ha gestito i casi di pedofilia al suo interno.
A dirlo è niente meno che il Wall Street Journal, con un lungo editoriale apparso ieri firmato dagli ex funzionari del dipartimento di Giustizia sotto le amministrazioni Reagan e Bush, David B. Rivkin e Lee A. Casey, commentando le audizioni che in questi giorni a Ginevra vedono il nunzio apostolico monsignor Silvano Tomasi davanti al Comitato Onu contro la tortura.
Perché le accuse alla Santa Sede non sono legate unicamente agli abusi dei sacerdoti, ma, per pressione proprio di queste ong, rischiano di allargarsi anche alle posizioni della Chiesa su contraccettivi e aborto. E questo, scrive il WSJ, «potrebbe rappresentare addirittura un macroscopico attacco alla libertà religiosa».
«LOGICA ASSURDA, QUALSIASI FEDE È PROCESSABILE». La testata statunitense punta il dito in particolare contro il Center for Reproductive Rights, che spinge affinché i dettami del Vaticano in tema di interruzione di gravidanza siano considerati «uguali a torture psicologiche. Come è possibile? Perché plasmano in maniera insidiosa il comportamento umano, portando sentimenti di vergogna a individui che cercano accesso al controllo delle nascite e servizi d’aborto», e sfruttando la forza spirituale della Chiesa «per influenzare i governi nel limitare l’accesso a contraccettivi e aborto».
Ma, scrivono Rivkin e Casey, «secondo questa logica assurda, qualsiasi fede può essere condannata per torture se cerca di offrire ragioni ai suoi aderenti per condurre la propria vita in una determinata maniera. Anche chi critica la dottrina cattolica dovrebbe essere d’accordo col fatto che il Comitato contro le torture non è lo strumento più adatto per sfidare le convinzioni religiose di qualcuno». Il rischio è quello di far crollare la credibilità del comitato e sminuire il vero senso della parola “tortura”.
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A corredo dell’articolo va precisato che, come dichiarato dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2011, i sacerdoti nel mondo sono in numero di 413.418 , oltre a 5.132 vescovi, per un totale di 418.550 religiosi.
Dai dati forniti dalla Chiesa, come riportato nell’articolo, i preti sospesi a divinis per abusi sui minori sono stati 848, ovvero lo 0,2 %, mentre sono stati 2.572 quelli che hanno subito solo delle punizioni, quindi lo 0,6 %.