Se davanti alla Borsa di New York c’è un toro d’oro (ma l’allusione non è biblica, bensì al gergo borsistico), ai milanesi piacciono le vacche. O meglio, faranno bene a farsele piacere a scanso di guai. Qualche anno fa il centro storico venne disseminato d’autorità di mucche in resina, variopinte e in grandezza naturale. «Arte». Uno studente, che ebbe la bella pensata di portarsene una a casa, passò i guai giudiziari.
Suppergiù nello stesso periodo in tribunale ci finì un autotrasportatore che caricava mucche a Pinerolo e le portava al macello Inalca di Ospedaletto Lodigiano, provincia di Lodi. A quelli che non sono pratici delle distanze lombarde la vecchia canzone «Aveva un bavero» spiega che da Lodi a Milano si può venire anche a piedi.
Ora, perché il camionista piemontese andò alla sbarra? Perché una delle mucche da lui trasportate si rifiutava di scendere dal camion e lui l’aveva pungolata con un punteruolo. Il pungolo, in effetti, è previsto anche dalla Bibbia come strumento di guida e indirizzo per animali di grossa taglia. Tuttavia, pare che la bestia di cui trattiamo non ce la facesse proprio a camminare.
Da qui l’accusa di «crudeltà» rivolta all’uomo. Ci chiediamo che cosa faremmo noi in una circostanza del genere: lasciare la mucca sul camion? riportarla indietro? E se l’inamovibile ingombro impedisse alle altre mucche di scendere? E se non ci paresse proprio il caso di fare intervenire i pompieri per imbragare la bestia claudicante e spostarla tramite apposita gru?
Intanto, il camionista pinerolese è stato denunciato dalla Lav (Lega antivivisezione), che, evidentemente, tiene informatori diuturnamente appostati agli ingressi dei macelli pubblici.
Va da sé che i macelli tenuti d’occhio sono solo quelli cristiani, perché se ti azzardi con quelli ebraici sei antisemita, e con quelli musulmani rischi forte (gli islamici, si sa, sono piuttosto nervosi).
La carne kosher (ebraica) e halal (islamica) prevede il preventivo dissanguamento della bestia (mucca o pecora, il maiale è vietato) senza anestesia.
Ho personalmente visto una macellazione halal: la carnizzeria islamica dietro casa mia teneva un monitor in cui veniva costantemente trasmessa la scena, onde rassicurare gli avventori sul rispetto del rito.
unziona così: la mucca viene introdotta in un cilindro metallico da cui sporge solo la testa; un macellaio le recide la gola con un coltellaccio affilato, un colpo solo; il cilindro ruota capovolgendo la bestia, così che la testa mezzo staccata penzoli e faccia colare tutto il sangue. Dopo qualche tempo il monitor fu tolto, forse perché ci si rese conto che il filmato impressionava i clienti (come me) non musulmani.
Ma torniamo al trasportatore pinerolese. Il tribunale di Lodi lo assolse in prima istanza non perché non fosse colpevole di maltrattamento di animale, ma perché non c’erano le prove. Ciò accadeva nel 2008. Naturalmente, la Lav non si è data per vinta. E oggi (notizia del 28 marzo 2014; fonte, pagina milanese de «Il Giornale») la Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza, condannando il crudele a: sei mesi di reclusione, seimila euro di multa, sospensione dell’attività di trasporto, pagamento delle spese processuali. Così impara a pungolare le mucche che non riescono a scendere dai camion e magari non hanno voglia di andare al macello.
Uno può dire: ma come, prima non c’erano le prove e ora sì? Oppure: ma insomma, in fondo quella mucca doveva essere macellata, mica era un pony da horse terapy per bambini.
Niente, il camionista andrà in galera e pure mezzo rovinato. Sono avvertiti quelli che portano animali al macello: guanti di velluto e cortesia, perché i buoni sono diventati talmente tanti che ci si chiede a che cosa servano ormai le prediche del papa.
Lo dicemmo già quando parlammo, su queste colonne, del circense addestratore di cammelli morto d’infarto durante un diverbio con gli animalisti che gli davano dell’assassino: se potete, evitate i tribunali. Di questi tempi, non sai mai come va a finire.
articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana